La comunicazione alla base del rinnovamento della cultura ippica italiana

A Verona Fieracavalli il Ministro Luca Zaia illustra il piano di riforme e presenta le misure individuate per risolvere la crisi del settore





  Il Ministro si è rivolto poi ai numerosi giornalisti presenti: ''Se il mondo del cavallo ha ancora visibilità è grazie anche al lavoro della stampa che ne segue gli sviluppi e le novità. Ma devo ribadire che siamo stanchi di vedere in tv soltanto calcio […]






di  Rodolfo Lorenzini


É la comunicazione il fulcro del piano di rilancio dell’ippica che, con un lavoro molto serrato, durato circa 9 mesi, è stato stilato dal MIPAF e che è stato nuovamente illustrato dal Ministro Luca Zaia nel corso di un talk-show che si è tenuto a Fieracavalli nel padiglione dell’UNIRE, sabato 7 novembre.
''Abbiamo 350 mila cavalli allevati in Italia, 84 mila iscritti nei libri genealogici e 40 mila che corrono e gareggiano, dunque che fanno parte del pianeta ippica, al quale tanta attenzione abbiamo dedicato e dedicheremo. Bisogna riconoscere anche il lavoro fatto insieme ad UNIRE, che ha trasformato le linee di indirizzo strategico che ho emanato in un piano industriale che sarà la base del rilancio del settore''.
"La storia dell'Unire - ha detto Zaia - è lo specchio della crisi attuale ed è lì che si giocherà la nostra partita". Una volta arginata la crisi si potrà passare alla ristrutturazione dell'intero settore. "Puntiamo ad una soluzione definitiva, non a un tappabuchi" - ha dichiarato il Ministro. "Le misure in questo senso saranno approntate tenendo anche conto delle esperienze estere a noi più vicine, laddove si è instaurato un rapporto virtuoso fra imprenditorialità privata e settore pubblico".
"Ho firmato il decreto costitutivo del Comitato nazionale ippico - ha annunciato Zaia - un organo operativo con cui intendo condividere le scelte da attuare nel settore e che risponderà direttamente a me. Il Comitato sarà parte attiva in questa fase in cui è necessario avviare controlli sui bilanci, un intervento assolutamente indispensabile per capire lo stato reale dei conti".
''Si corre ancora troppo in questo Paese'' - ha detto ancora il Ministro. ''Bisogna ridurre le corse, aumentarne la qualità e puntare sulla legalità. Perché nonostante ci sia chi pensa bene di inviare proiettili e intimidirci, non possono continuare a vincere sempre gli stessi cavalli e non si può pensare, così facendo, di infangare un mondo, quello ippico, fatto per il 99 per cento di gente perbene, che lavora con passione e dedizione''.




''Una politica della disattenzione che ha riguardato sia le istituzioni che la stragrande maggioranza degli attori in campo è responsabile del declino del comparto. Oggi siamo quindi tutti chiamati a fare la nostra parte per risollevarne le sorti. Come Governo abbiamo voluto fare la nostra parte: giusto qualche giorno fa è stata versata la prima tranche, la metà, dei 150 milioni di euro per il finanziamento del montepremi delle corse.
Il Ministro si è rivolto poi ai numerosi giornalisti presenti: ''Se il mondo del cavallo ha ancora visibilità è grazie anche al lavoro della stampa che ne segue gli sviluppi e le novità. Ma devo ribadire che siamo stanchi di vedere in tv soltanto calcio. Mi piacerebbe che, qualche volta, un telegiornale si chiudesse con una pillola informativa dedicata all'ippica e alle corse. Mi piacerebbe che venissero conosciuti i 38 ippodromi italiani, luoghi che sono spesso immersi nel verde, dove si possono portare i bambini perché abbiano un primo contatto con questo fantastico mondo e con questo straordinario animale. L'ippica, senza spettacolo, non può esistere''.
La domanda è questa: possono questi vertici ippici (di categoria, periferici, gestori di ippodromi) raggiungere gli obiettivi di risanare l’ippica essendo loro, in molti casi, i responsabili del disastro? È possibile pensare che siano al passo con i tempi?
Si parla di comunicazione e la cultura è un problema sociale. In questi anni è andata perduta l’idea che il cavallo è un patrimonio culturale e tradizionale della nostra società. E quindi si è perduto il senso della sua funzione sociale.




Un raggio di luce.
Al punto 8 delle decisioni del Ministro, così come sono illustrate nella sintesi alle linee di indirizzo strategico per il rilancio dell’ippica italiana, pubblicate e presentate a Verona, a cura dell’Ufficio del portavoce del Ministro, nella cartella stampa “Ippica e Settore Equino Siamo a Cavallo”, si legge:
“Redazione del piano Pluriennale di Marketing e Comunicazione dell’Ippica Italiana. È necessaria una duplice politica di marketing: valoriale e relazionale. Il primo punta a far conoscere i valori dell’ippica, a sviluppare un approccio olistico (ippica, equitazione, polo, turismo equestre ecc.) e a coinvolgere il mondo dello spettacolo, della musica della moda dell’auto della nautica delle aste del collezionismo de turismo artistico e gastronomico etc.. Il marketing relazionale punta alla fidelizzazione degli appassionati acquisiti e nuovi. Per il binomio corsa e scommessa è necessaria una politica di marketing integrato, che utilizza televisione, mezzi a stampa, radio, internet e relazioni pubbliche, eventi, etc. […]