Anno 8 - N. 23/ 2009


OGGI come IERI

LA TORTA DEGLI SPOSI protagonista multipiano

[...] attualmente la torta degli sposi è diventata il simbolo della festa che chiude il convivio nuziale, come termine di tutti i riti, religiosi o laici che siano ed in ogni classe sociale.

di Ambra Morelli




Tutto cominciò spargendo noci sul pavimento nella casa dello sposo. Nell'antica Roma tale gestualità, in occasione delle nozze, veniva considerata benaugurale perché, questi frutti, erano segno di grazia divina ma anche fertilità ed abbondanza. I cerimoniali ancestrali che si svolgevano nell'area del Mediterraneo nella circostanza dello sposalizio, prevedevano anche il lancio verso la sposa di chicchi di frumento quale auspicio di felicità ed agiatezza. È solo dal primo medioevo che, oltre il frumento, si comincia ad utilizzare il riso da lanciare agli sposi, simbolismo che si aggiungeva tra i numerosi già esistenti e che resiste fino ai giorni nostri. L'impiego del grano come emblema di felicità, portò ad allargare il suo utilizzo anche per farne dei dolcetti che venivano composti con miele e farina. Con lo stesso impasto, anche le mandorle, gettate verso i futuri coniugi, avevano la medesima funzione propiziatoria, in fondo non molto diverso da quello che si fa oggi quando vengono offerti i confetti.

Nell'elenco dei cibi "cult" che dovevano essere presenti, ritenuti indispensabili il giorno della nozze, si contano anche le melagrane, i cibi afrodisiaci per favorire prosperità e fecondità (aglio, cipolle, carote, tartufi, uova, miele, lumache, vino, alcune varietà di pesci ed interiora di animali e altri ancora) ma anche i dolci. Questi potevano essere di preparazione casalinga per classi più povere, di fattura più professionale per le classi abbienti. Il momento del banchetto di nozze anche nell'antichità era occasione per dimostrare il proprio status sociale fino a diventare, tra i potenti del medioevo e soprattutto del Rinascimento, opportunità per stupire dimostrando il lusso con l'allestimento di convivi sontuosi.
Ancor oggi si partecipa al banchetto di nozze, per condividere un rito molto antico, per propiziare la fortuna dell'unione coniugale e la sua fertilità e nel banchetto nuziale la torta degli sposi, dolce con una storia millenaria, ha la stessa importanza di un dolce votivo usato per espletare un cerimoniale preciso.

Nell'antica Roma, i dolcetti preparati per la festa di matrimonio, venivano in parte sbriciolati sul capo della sposa e in parte mangiati dai coniugi e dai compari del rito. I biscotti, o dolci similari così preparati, erano anche portati in dono dagli invitati che li ammonticchiavano durante il banchetto fino a formarne un cumulo poi diviso tra tutti: la condivisione del cibo, e in questo caso di un cibo "consacrato", creava un forte legame, un'alleanza. L'usanza di mangiare in briciole i dolci nuziali sia quella di accatastarli in un unico mucchio, si diffuse poi in tutta l'Europa occidentale fino a diventare una presenza costante negli sposalizi: il dolce degli sposi.
La torta nuziale, elaborata però come la intendiamo oggigiorno, cioè più strati ricoperti e decorati con glassa bianca di zucchero, risale al 1600. L'idea degli strati era partita proprio da quell'abitudine di affastellare biscotti e pasticcini: più il cumulo era alto e più era portatore di fortuna e di prosperità delle coppia. Si racconta che un cuoco francese ebbe l'idea di ingentilire questa montagna informe di dolci, ricoprendola di glassa formandone degli aggraziati piani di diversa misura. Più tardi, nell'800, si corresse la sagoma rendendola rotondeggiante, con alzate e piani. In Italia diventa moda tardi, dopo la metà del '900 perché fino a quell'epoca anche nei matrimoni regali si usava terminare il banchetto con un dessert di più semplice elaborazione. Attualmente la torta degli sposi è diventata il simbolo della festa che chiude il convivio nuziale, come termine di tutti i riti, religiosi o laici che siano ed in ogni classe sociale.

È veramente incredibile quello che oggi si può fare di una torta di nozze. C'è chi desidera la semplicità di una torta, scelta magari tra le quelle strausate in mille occasioni non solo nuziali, una crostata di frutta per esempio, un po' anonima ma senza complicazioni: in un banchetto nuziale però non lascia il segno, non lascia nessun ricordo. C'è chi invece, per l'occasione, cerca qualcosa di speciale, di unico per concludere la celebrazione con l'apoteosi di una "dolce-scultura" per stupire piacevolmente con una forte emozione visiva e per condividere, mangiandola con i propri invitati, il termine dei festeggiamenti di rito.
Ecco che allora si può esibire una torta a piani, da tre o cinque ma anche fino a sette, disposti in progressione dalla più grande, alla base, alla più piccola. La versione "inglese" della torta a piani ha una forma a piramide cioè una serie di torte fatte a cubo o a cilindro con ornamenti a festoni. Oppure può essere "a cappelliera", a monopiano ma di grandi dimensioni, a forma di tempietto, oppure elaborata con una serie di tortine monoporzione identiche tra loro e posizionate a formare un unico, grande dolce. Si può fare di tutto: basta esprimere un desiderio ed entra in azione il creativo di pasticceria, o forse è meglio chiamarlo designer, che modella multistrato di glassa, cioccolato, pasta di mandorle, ricopre con petali di fiori freschi, aggiunge nastri e decorazioni e firma personalizzazioni e modelli unici. La torta "all'americana" può essere a forma di cuore, di fiore, a forma di pianoforte (mah!) o di castello incantato, può essere storta o diritta, con la figurina dello sposo che si arrampica, attraverso i piani di torta, verso la cima dove l'attende la figurina della sposa, di raffinatissima glassa bianca ma anche di tutti colori del mondo in un fasto, per la verità, un po'hollywoodiano, può essere preparata con brillanti veri incastonati o addirittura a forma di automobile… quest'ultima, veramente una rovinosa caduta di stile!

La torta degli sposi inizia ad avere importanza solo dopo il novecento e attualmente è regina della festa. Rimarrà impressa se si darà sufficiente importanza a ciò che tradizionalmente ha un significato benaugurale ma anche un po' di dimostrazione di fastosità.
Simile opportunità non poteva passare inosservata tra i cultori del food design, architetti specializzati nella riformulazione culturale dell'elemento "cibo", tanto che un importante istituto internazionale di design si è cimentato, recentemente, attraverso un progetto di ricerca di nuove forme e simbolismi nella progettazione di dolci, nella formazione degli "wedding cake designers" selezionando i migliori allievi-disegnatori di vere e proprie collezioni artistiche di stupefacenti torte nuziali.