Anno 8 - N. 23/ 2009
WILLIAM BLAKE
Il Genio Visionario del Romanticismo inglese
La parola crea l'immagine e l'immagine si fa parola
di m.g.m.a.
Demiurgo (1794)
Artista che più di altri contemporanei ebbe dentro di sé la sintesi e i contrasti delle tensioni morali e delle tendenze culturali del momento, uomo sensibile alla condizione umana delle classi sociali più deboli, nemico della schiavitù attento e appassionato osservatore dei fenomeni politici che sconvolgono il mondo alla fine del '700 [...]
Con questo titolo si è recentemente tenuta a Parigi al Petit Palais una mostra che ha giustamente riportato l'attenzione su un grande artista inglese, William Blake, pittore incisore poeta e filosofo, vissuto fra '700 e '800, la cui opera, incompresa e poco apprezzata al suo tempo, è divenuta a distanza di anni e di secoli fonte di ispirazione per molti movimenti culturali e correnti artistiche non solo in Inghilterra, ma anche in Europa e in America.
Questa mostra, nella quale sono state esposte 150 opere provenienti da importanti musei inglesi, americani e dal Louvre, ha voluto essere un omaggio particolare della Francia ad un uomo che tanta influenza ebbe sulla cultura francese a partire dal nascente romanticismo ottocentesco.
"Visionario", questa è la denominazione più consona e ricorrente per Blake: così lo fanno apparire i suoi dipinti, le sue incisioni e i suoi poemi, ma così si connota egli stesso quando parla di esperienze sconvolgenti, "visioni", avute fin dalla prima età. Il tono profetico e il linguaggio simbolico dei suoi scritti contribuisce inoltre ad accentuare il dominante senso di mistero e di angoscia che emana dalle sue opere. Avvicinarsi all'opera di Blake significa entrare in contatto con una cultura quasi di tipo esoterico che genera fascino e inquietudine, una cultura nata in Inghilterra nella seconda metà dell'700, permeata di scientismo secentesco e di principi filosofici dell'Illuminismo francese, con l'eco sempre più forte dello Sturm und Drang tedesco. Una cultura intrisa della ricca eredità letteraria e spirituale di Shakespeare e Milton, percorsa però dal desiderio di nuovo, di illusione e di sogno attraverso il recupero di un passato immaginario ricco di spiritualità, il Medioevo mistico e poetico intravisto nei ruderi dei castelli e nei lacerti di dipinti di abbazie e di tombe reali.
William Blake è l'artista che più di altri contemporanei ebbe dentro di sé la sintesi e i contrasti delle tensioni morali e delle tendenze culturali del momento: è uomo sensibile alla condizione umana delle classi sociali più deboli, nemico della schiavitù, attento e appassionato osservatore dei fenomeni politici che sconvolgono il mondo alla fine del '700, dalla Rivoluzione americana a quella francese. è, in anticipo sui tempi, sostenitore dei diritti delle donne ed è attratto dalla cultura e dalla spiritualità orientali. Ma è anche colui che coltiva nella sua mente immagini fantasiose e allucinate di apparizioni e di processioni medioevali "viste" all'interno di antiche abbazie, è colui che crea nuove e sconvolgenti iconografie di una mitologia tutta sua, inventata sulla base della Bibbia e delle saghe nordiche, è colui che tenta di arrivare alla Verità attraverso molteplici percorsi iniziatici.
Tutto un mondo di contrasti, di ideali, di ribellione ed immaginazione sfrenata appare nelle opere di Blake, poeta e pittore che considera scrittura, disegno e pittura forme espressive inscindibili: la parola crea l'immagine e l'immagine si fa parola.
Nato a Londra nel 1757 questo grande artista, incoraggiato da genitori anglicani "Dissenzienti" e di buona cultura, che ne avevano compreso le straordinarie capacità artistiche, non frequentò la scuola ma fu inviato presso noti maestri per apprendere pittura e disegno, anche se poi si applicò soprattutto all'incisione. Dopo un lungo apprendistato, diventato maestro in questa arte, si iscrisse alla Royal Academy of Arts, appena istituita a Londra, ma non vi rimase a lungo poiché ne contestava i metodi e il presidente, Sir Joshua Reynolds, colpevole ai suoi occhi di passatismo e di ipocrisia.
Impiantata col fratello Robert una tipografia ebbe modo di frequentare ambienti culturali radicali dove entrò in contatto con i più avanzati esponenti dell'"intellighenzia" sul suolo inglese, dal pittore svizzero Heinrich Fuessli, portatore della poetica romantica tedesca, creatore anch'egli di immagini fantastiche ed allucinate, al grande poeta William Wordswoth - che in verità lo considerava un po' folle - ai coniugi Mary Wollstonecraft e William Godwin. L'incontro di Blake con Mary Wollstonecraft, un'affascinante proto femminista della quale il pittore illustrò un'opera, e William Godwin, filosofo "ugualitario", ha in sé qualche cosa di fatale, sembra un segno di predestinazione nei confronti di un poeta dalla vita breve ed intensa, Percy Bysshe Shelley. è grande infatti l'affinità fra il forte senso di religiosità e il desiderio violento di rinnovamento del vecchio Maestro e la passione rivoluzionaria e la delicatezza poetica del giovane Shelley. I due, per motivi anagrafici, forse non s'incontrarono mai, ma sembrano legati fra loro nell'insegnamento e negli ideali dei coniugi Godwin dei quali Shelly sposò la figlia, l'infelice Mary , autrice del tenebroso romanzo gotico "Frankenstein".
Durante tutta la sua vita Blake non ottenne i riconoscimenti, né i guadagni, che la sua grandezza artistica avrebbe meritato, anche se alcuni famosi collezionisti e mecenati si interessarono a lui. Ebbe però la fortuna di avere accanto una moglie amorevole e intelligente, Catherine Boucher che, analfabeta al momento delle nozze, venne in seguito da lui istruita al punto che non solo imparò a leggere e a scrivere, ma anche ad eseguire incisioni, diventando un valido supporto nel lavoro del marito.
La leggenda vuole che al momento della morte, nell'agosto 1827, Blake, cantando inni di gioia per l'imminente passaggio alla Vera Vita, facesse un ritratto alla moglie, il "suo angelo".
William Blake ci ha lasciato molte opere sia nel campo letterario che in quello delle arti figurative; alcune sue composizioni, ricche di spirito eroico e amore universale quali "Tyger" e "Jerusalem", divennero addirittura inni cantati da generazioni di giovani inglesi.
Per ciò che riguarda le arti figurative, egli si dedicò in verità più all'incisione che non alla pittura che preferì realizzare a tempera piuttosto che con il detestato metodo "ad olio" delle accademie. Le sue incisioni, ottenute attraverso nuove tecniche, sono veri capolavori d'arte; con queste poté comporre libri preziosi che chiamò "stampa miniata", le cui pagine avevano il testo inciso e immagini incise e colorate ad acquerello. Questi volumetti raccolgono raccolte poetiche e filosofiche dai contenuti profondi: commenti a passi biblici e a grandi autori, da Milton a Dante. Le immagini che li abbelliscono, fluttuanti e fantasiose, inquietanti, originali , dal disegno nitido, danzante, che ben definisce le forme, possono veramente essere considerate motivo d'ispirazione per la pittura pre-raffaellita e la più tarda Art Nouveau. Non tutte le incisioni però erano destinate alla composizione di testi, alcune, di maggiori dimensioni, erano destinate ad essere appese al muro incorniciate al posto dei dipinti. Tra queste si impongono per bellezza e forza evocativa tre opere, tutte eseguite nel 1795, conservate alla Tate Gallery di Londra: "Pietà", "Newton" ed "Ecate". In "Pietà" domina l'ispirazione letteraria, la composizione si ispira ad un passo del Macbeth di Shakespeare nel quale la Pietà è definita come un bambino ignudo portato attraverso il cielo tempestoso da invisibili corsieri. L'immagine è di grande bellezza per il disegno forte ed elegante, per la forza dei colori contrastanti e l'armoniosa distribuzione "per strati" delle figure nello spazio. Dal punto di vista stilistico questa incisione è legata alla contemporanea arte neo-classica ed è sorprendentemente vicina, dal punto di vista iconografico, alle rappresentazioni medioevali della "Dormitio Virginis" con l'Animula della Vergine accolta in Cielo. L'influenza di Blake sui pittori inglesi pre-raffaelliti si può cogliere perfettamente, a partire da questa opera, col perdurare dell'immagine femminile giacente che ritornerà nel dipinto "Ofelia" di John Everett Millais.
In "Newton" sembra comparire, venata di sottile ironia, la critica di Blake alla fiducia nella scienza del suo tempo: il grande Fisico è rappresentato immobile, in fondo al mare, come parte di una massa rocciosa, pura struttura geometrica, mentre è intento a misurare il mondo.
"Ecate" è composizione inquietante: questa divinità lunare, chiamata dai romani Luna Trivia, è rappresentata nel suo aspetto negativo, quello che porta incubi e minacce all'uomo. è indubbiamente opera "gotica" che risente dell'influenza di Fuessli.
Un'opera sconvolgente sul frontespizio del testo "L'Europa, profezia", con l'immagine titanica, circonfusa di "terribilità", di un Demiurgo che crea l'universo, evoca una metafisica iniziatica che avvicina Blake alla Massoneria.
Tutte le opere di questo artista sono in verità portatrici di una tematica difficile, criptica, comprensibile solo nel contesto della cultura del momento storico nel quale, soprattutto in Inghilterra, compaiono oltre a numerose sette religiose anche sette teosofiche, nuove correnti filosofiche e si rafforza la Massoneria. La presenza nelle composizioni di Blake di alcuni elementi di chiara derivazione massonica, quali il ricorrente compasso, portano ad ipotizzare una sua appartenenza a questo potente Ordine iniziatico ma, al di là di alcuni segni, non c'è alcuna prova reale che egli fosse massone.
Blake realizzò e propose anche opere in pittura a tempera e ad affresco a soggetto storico, nella speranza di ottenere commesse dal Governo e di arrivare al grande pubblico, ma non ebbe successo, troppo forti erano stati in lui la denuncia e lo spirito rivoluzionario, a volte mascherati sotto allegorie mistiche o letterarie, per poter essere avvicinato e apprezzato dalla committenza pubblica o borghese.
I riconoscimenti a Blake sono arrivati nel corso lunghissimo di quasi due secoli: il Romanticismo inglese nasce anche dall'invito a perdersi nella visione del mondo medioevale che egli lancia attraverso i suoi scritti e i suoi dipinti; la pittura pre-raffaellita e l'art Nouveau fanno propria la sua elegante linea sinuosa che dà forma alle immagini, ma anche il movimento della New Age, che permea oggi tanta parte della cultura occidentale, riconosce in William Blake uno dei primi profeti dell'approdo ad una età nuova, con un'umanità rigenerata dall'incontro con la spiritualità di altre culture e dall' abbandono della falsità e violenza dominanti da sempre la storia dell'Uomo.
TIGER
Tyger, tyger, burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye
Could frame thy fearful symmetry?
In what distant deeps or skies
Burnt the fire of thine eyes?
On what wings dare he aspire?
What the hand dare seize the fire?
And what shoulder and what art
Could twist the sinews of thy heart?
And, when thy heart began to beat,
What dread hand and what dread feet?
What the hammer? what the chain?
In what furnace was thy brain?
What the anvil? what dread grasp
Dare its deadly terrors clasp?
When the stars threw down their spears,
And watered heaven with their tears,
Did He smile His work to see?
Did He who made the lamb make thee?
Tyger, tyger, burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye
Dare frame thy fearful symmetry?
|