Anno 6 - N. 17/ 2007


IL PLANETARIO

La sala del Magico Universo di Eise Eisinga

di Rosanna Veronesi



Eise Eisinga (Dronrijp, 1744 - Franeker (?), 1828)


I fenomeni del cielo si aprono, grazie al fascino del Planetario dove un pubblico stupito assiste ad un’eclisse totale, al volo di una cometa, al meraviglioso aspetto della notte stellata o, semplicemente, scopre di dare corpo a quella passione astronomica nascosta, che fin dai tempi della scuola aveva riposto nel cassetto.

Il Planetario che oggi conosciamo aveva un predecessore; nel ‘700 si presentava in forma di “globo da tavolo o orreries”, il cui nome è dovuto al mecenate conte di Orrery che ne possedeva l’esemplare più bello.

La volta veniva disegnata staticamente su una sfera con stelle più o meno brillanti circondate dalla danza circolare delle figure mitologiche della costellazione e, quindi, senza il movimento abitualmente osservabile in natura.
Nel Novecento lo scienziato Atwood costruì una sfera di ben quattro metri di diametro, completamente bucherellata in modo da sembrare una vera sfera celeste.

I Planetari più moderni vennero creati, a partire dal 1923, dalla famosa Zeiss che inventò una macchina da proiezione in movimento posta all’interno di una semisfera bianca, in cui il pubblico, sottostante e comodamente seduto, ammirava le principali costellazioni. Altri proiettori separati davano corpo al Sole, alla Luna, ai Pianeti.
A questi strumenti va aggiunta la freccia luminosa che l’operatore usa per indicare i corpi celesti di cui sta parlando, ora sostituita dalla penna laser.

La cupola può avere un diametro fra tre e venti metri, l’effetto spettacolare è dato dalle dimensioni della cupola stessa. Il pubblico, sottostante, è disposto in file concentriche circolari, con un numero di posti che varia da 30 a 300.
Oggi, attraverso nuove tecnologie, possiamo ben immaginare quanto i computer svolgano un ruolo determinante nell’ambito multimediale, talvolta è proprio robot in cui la luce di ogni corpo celeste è generata indipendentemente, con un effetto visivo molto simile al vero cielo notturno.

Gli argomenti trattati cambiano periodicamente e durante le lezioni è obbligatorio entrare nell’argomento più usuale che tratta delle costellazioni visibili in ogni stagione: come riconoscere le stelle più appariscenti. Spesso si pone particolare attenzione alla Stella Polare, all’Orsa Maggiore e Minore, ai classici metodi posizionali.


IL PLANETARIO DI FRANEKER
Vagabondando in Olanda si rimane stupiti dalla fantasia di questo popolo che, a dispetto di una rigorosa facciata, spesso ha optato per soluzioni estremamente azzardate. Naturalmente è bene sottolineare che, fin dai tempi più lontani, fantasia e lotta partono per conquistare una terra inesistente o uno spazio che la popolazione ha rubato lentamente al mare.
Mare e Terra, Universo tutto; legami in cui ogni piccola cosa assume un valore unico e sempre rigorosamente da difendere.

Gli Olandesi inventarono moltissime cose, tra cui i quadri di piccole dimensioni; merce di scambio da portare sempre con sé durante le grandi navigazioni.
I quadri non dovevano mai rappresentare volti, figure, elementi religiosi per essere offerti ai non “cristiani” e inventarono, attraverso la natura morta, una rappresentazione simbolica che riusciva sempre a celare la religiosità: la mela attaccata dal verme rappresentava la morte; il bicchiere di vetro la fragilità delle cose terrene; il cibo il corpo di Cristo; il colore, poi, rappresentava il cielo, il mutare della vita, il rapporto con l’anima e lo spirito e così via….

Ma tornando all’argomento scelto e, parlando della piccola e tranquilla città di Franeker nella Frisia, scopriamo ancora una volta le bizzarrie di un personaggio.
Nel ‘700 un certo cardatore di nome Eise Eisinga, attratto dagli astri, dai corpi celesti, dal sole e dalla luna, trasformò la sua casa in un delizioso e inusuale planetario.
Eise Eisinga aveva una spiccata conoscenza di meccanica, di matematica e di scienze.
Era un semplice artigiano, ma non cessò mai di imparare e infine scrisse alcuni saggi prevedendo le eclissi di Sole e di Luna e, assai coinvolto nella materia prescelta, si dedicò alla realizzazione di questo Planetarium, posizionato sul soffitto della sua abitazione.
La costruzione richiese oltre sette anni di lavoro; ogni singola ruota e ogni singolo pezzo di legno di quercia dell’ingranaggio con alcune migliaia di chiodi, vennero interamente realizzati a mano.

Il movimento dei corpi del Sistema Solare è dotato anche di altri quadranti, tutti mossi dall’impulso di un grande pendolo oscillante e posti sopra il letto. Esternamente all’orbita di Saturno vi è una fessura circolare con l’indice, che scorrendo indica la data del giorno e la posizione del Sole nello Zodiaco.
Un’altra scala indica l’altezza del Sole rispetto all’ellittica. Nella stanza da letto si osservano altri dodici quadranti, alcuni sistemati sopra il soffitto e altri ricavati nella parete.
Uno segna i giorni della settimana, due riguardano la Luna, un altro stabilisce la luce al tramonto; altri ancora mostrano le distanze tra la Luna e il nodo ascendente della sua orbita, la posizione dei segni zodiacali ...
Al centro e sopra il letto è inserito l’astrolabio meccanico che mostra il movimento della volta celeste e del Sole nel cielo di Franeker.