Anno 6 - N. 17/ 2007


Somiglianze e differenze tra i due grandi uomini di lettere non possono essere negate

DUE VITE PARALLELE? Ernest Hemingway ed Ezra Pound

Un’amicizia senza tempo Ambedue appartenevano a quella generazione di scrittori e artisti americani che, a partire dalla fine dell’ottocento fino agli anni del primo dopoguerra, avevano scelto di soggiornare in Europa, in particolare a Parigi. certamente l’ambiente parigino si illustrava allora di nomi quali Brancusi, Picabia, Braque, Proust, Debussy e, occasionalmente, persino di D’Annunzio …

di Giulio Cesare Maggi




Nell’estate del 1964 mi trovavo a Santa Margherita Ligure per una breve vacanza: con alcuni amici decidemmo di andare a colazione da un trattore, celebrato per le sue trenette al pesto ed il coniglio con olive taggiasche, a Sant’Ambrogio di Rapallo.
Qui giunto vidi uscire da una villetta isolata, al braccio di una giovane e bella donna, un anziano signore dalla barba bianca, con un panama sul capo, appoggiato ad una canna d’India, che immediatamente riconobbi essere il poeta e scrittore Ezra Pound, mentre la signora era Mary de Rachewiltz, sua figlia e traduttrice in italiano delle sue opere. Irresistibilmente abbandonai i miei amici e, fattomi coraggio, andai verso la coppia, presentandomi e ringraziando il Maestro per il suo saggio “Montcorbier, alias Villon” che ero riuscito ad avere in microfilm attraverso l’USIS nell’immediato dopoguerra, in un periodo di ostracismo degli Americani nei suoi riguardi. Il saggio mi aveva rivelato un Villon, del quale avevo tradotto (e non pubblicato) la poesia “Debat de Villon et de son coeur”.
Nel suo saggio Pound aveva definito Villon “l’unico poeta senza illusioni”. Il poeta annuì, mi disse qualche parola gentile, porgendomi la mano con un fine sorriso. In quel momento egli mi ricordò il suo ritratto giovanile di Percy Windham Lewis, che è alla Tate Gallery londinese.
Raggiunsi i miei amici, ai quali nel frattempo si era aggiunto un anziano signore, ex-Consigliere comunale di Rapallo, il quale, saputo del mio incontro, mi confermò che dopo la fine della Guerra, nel 1948, allorquando gli Americani riservarono a Pound un trattamento che definire inumano è poco, Sindaco e Giunta comunale di Rapallo avevano indirizzato alle autorità militari USA una lettera-appello nella quale, all’unanimità, dichiaravano, essendo tutti di sinistra, che mai Ezra Pound era stato fascista o aveva espresso sentimenti antisemiti. Con quale risultato è purtroppo a tutti noto.

Il ricordo di quell’incontro mi è tornato alla mente leggendo il contributo di Emily Mitchell Wallace presentato in occasione della XX Ezra Pound Conference tenutasi nel 2003 a Sun Valley, Idaho, avente per titolo “Pioneers and Natural Patriots; Pound and Hemingway and the Big Wood River Valley of Idaho”.
La Wallace, riconoscendo che i due scrittori sono, nel Ventesimo Secolo, quelli dotati di maggior inventiva e più rappresentativi della letteratura anglosassone, sottolinea che alla base di queste qualità esisteva, per entrambi, un legame che fisicamente li univa ai loro rispettivi luoghi di origine, il che giustificava una “old fashion and unchainging devotion” alla base della loro antica amicizia, dato anche questo, dice la Wallace, poco sottolineato nelle loro biografie.
Le lettere custodite nella Kennedy Library a Boston e quelle della Beinecke a Yale, come pure negli Archivi Hemingway all’Avana, hanno condotto la Wallace a considerare la vita e il modo di scrivere dei due Letterati come “a double mirror”, una vera condizione reciprocante.
Appartenevano entrambi a quella generazione di scrittori e artisti americani che, a partire dalla fine dell’Ottocento fino agli anni del primo dopoguerra, avevano scelto di soggiornare in Europa, in particolare a Parigi. Certamente l’ambiente parigino si illustrava allora di nomi quali Brancusi, Picabia, Braque, Proust, Debussy e, occasionalmente persino di D’Annunzio (Le Martyre de Saint Sébastien, 1911).
Questa emigrazione culturale alla ricerca di un respiro più ampio, meno provinciale, fu iniziata da Gertrude Stein che era stata seguita da numerosi scrittori quali Henry James, John Dos Passos, Malcom Cowley, Louis Bromfield e Julie Green. In particolare Londra rappresenterà la meta inizialmente scelta dal giovane Ezra Pound su consiglio di Anderson.
Già Master of Arts, conoscitore di francese e spagnolo, nel 1908, durante un viaggio in Europa Pound decide dunque di stabilirsi nella capitale inglese ove stringe importanti amicizie nell’ambito culturale, da Yates a Eliot e Olivia Shakespear.
Si dedica intensamente allo studio della poesia romanza, apprendendo provenzale ed italiano: aspira ad un Rinascimento culturale americano e lavora all’adattamento musicale di poesie trovadoriche. Nel contempo inizia l’esame dei manoscritti cinesi affidatigli dalla vedova di Ernest Fenollosa, dei quali ammira forma e simbologia. Che ormai sia considarato un maestro lo documenta il fatto che Thomas S-Eliot gli sottopone prima di pubblicarlo il suo poema “La Terra Desolata” (1922), poi dedicato a Pound in segno di ringraziamento per l’ampia revisione alla quale egli sottopose il testo.
Compone anche un’opera musicale “Le Testament de Villon” che sarà rappresentata nel 1926 a Parigi alla Sala Pleyel, presenti la Stein, Eliot ed Hemingway.
Nel 1923, trovando l’ambiente londinese piuttosto “codino”, Pound si trasferisce a Parigi ove conosce Hemingway.
Questi fin dal 1917, assieme a numerosi giovani americani di famiglie benestanti, aveva lavorato quale “ambulanziere” dell’American Field Service, operando su quel fronte per poi trasferirsi, anche come corrispondente di guerra, su quello italiano ove, come è noto, venne ferito gravemente da un colpo di mortaio a Fossalta, guadagnandosi una medaglia d’argento al V.M. conferitagli in seguito a Chicago nel 1922 dal gen. Armando Diaz e una pensione di Lit. 250 l’anno, divenendo così un eroe nazionale nonché il giornalista e corrispondente di guerra più noto degli USA.
Al ritorno in Europa egli entrò a far parte, assieme a molti altri scrittori ed artisti americani, da Pound a Dos Passos, per citarne solo due, di quella koiné di bohémiens americani che faranno riferimento a Gertrude Stein e che essa chiamerà la “Lost Generation”.
Questa ninfa egeria degli artisti americani a Parigi, assieme ad Ezra Pound, resisi conto della eccezionale intelligenza di Hemingway, invitarono lo scrittore ad abbandonare il suo stile, che Fernanda Pivano definisce “giornalese”, quasi fotografico, assai efficace per un cronista ma poco convincente per un letterato che possedeva tutte le qualità per affermarsi come tale.
Dopo il rifiuto di alcune riviste letterarie a pubblicare sue brevi poesie, Hemingway si rese conto che i suggerimenti di Anderson, della Stein ed in particolare di Pound avevano un reale fondamento e che, se avesse voluto, come voleva, entrare nel novero dei letterati, doveva ricercare nel suo interiore un nuovo modo di pensare e di scrivere.
Nel 1922 compì un viaggio in Italia, in compagnia di Pound, per partecipare come cronista alla Conferenza Economica Internazionale ove vide anche Mussolini ricavandone una pessima impressione e giungendo a dire, dopo una intervista nella sede de “Il Popolo d’Italia”, che il Fascismo era un male assai peggiore del Comunismo.
Di ritorno da Rapallo, mercé i buoni uffici di Pound, venne nominato vice-direttore della “transatlantic review” mentre, sempre attraverso Pound, conobbe numerosi editori di riviste letterarie d’avanguardia.
Sherwood Anderson gli pubblica nella sua Antologia annuale degli scrittori americani “Il mio vecchio”.
Per certo il rapporto tra Hemingway e Pound fu successivamente più fattivo che stilistico: Pound infatti era considerato da molti editori di riviste di poesia e di letteratura d’avanguardia un vero “talent scout”, una autorità. Hemingway, dopo qualche rifiuto iniziale, con la presentazione di Pound, il quale capiva lo spazio che Hemingway stava dando ai propri sentimenti ed alla propria interiorità, cominciò ad interessare questo tipo di editori, minori se si vuole, ma raffinati.
Nel 1922, di ritorno dall’Italia pubblicava in “The Little Review” alcune “miniature” titolate “Paris 1922” e poi altre ancora su “The Dial”, sempre su presentazione di Pound che ne era diventato il mèntore.
I suggerimenti della Stein e quelli di Pound furono con ogni verosimiglianza solo un raffinamento ed un approfondimento di convinzioni già radicate nella cera malleabile della sua adolescenza, afferma Fernanda Pivano, che di Hemingway fu, oltre che traduttrice, confidente assai apprezzata.
Articoli di Hemingway compaiono su uno dei tre numeri della rivista “This Quarter”, edita a Milano a cura di Ernest Walsch, che ebbe numerosi abbonati in America. Editor era Ezra Pound e nel Comitato di Redazione figuravano nomi quali James Joyce, Ernest Hemingway e Carlo Linati, comasco (1878-1949) eccellente traduttore di Yares, James, Lawrence nonché di Pound. La rivista, almeno nei suoi contributi più significativi, fu ripubblicata a Parigi negli anni dal 1929 al 1932 a cura di Edward Titus: vi comparivano un “Omaggio a Ezra” e ,di Hemigway, il saggio “The Undefeated”.
A comprova di quanto Pound, anche in senso pratico, stesse “alle spalle” di Hemingway lo dimostra il fatto che quando sulla rivista “Exile” (1927) uscì uno scritto di Hemingway dal titolo “The Neo-Thomist Poem” che per un refuso figurava “Nothoemist Poem”, Pound, che era Editor, corresse a mano con la matita tutte le copie stampate.
Dal 1925 Pound si stabilisce a Rapallo ove resterà fino al 1945, mentre Hemingway, dichiaratosi inizialmente comunista (un poco nel senso del primo Kafka) e poi solamente antifascista (“Il fascismo è una bugia dettata dai prepotenti”), sarà presente alla guerra civile di Spagna in qualità di cronista.
Nell’album di famiglia di Pound figura una foto, presa davanti al Tempio Malatestiano di Rimini, ove si vede Hemingway al volante di una Ford T, mentre sul sedile posteriore sono Pound e sua moglie, l’attrice Dorothy Shakespear.
In quel periodo (1925), secondo la Wallace, pare che sia stato Hemingway a spingere Pound ad interessarsi di Sigismondo Malatesta; avrebbe considerato il Signore riminese una sorte di duce protettore e mèntore di architetti, pittori, poeti e studiosi, come avrebbe potuto essere Mussolini, ormai al potere. Sarebbe stato questo suggerimento a sollecitare Pound a iniziare la stesura dei Cantos.
Certamente le posizioni politiche dei due erano sostanzialmente differenti, ma oramai le occasioni di incontro erano divenute scarse: in ogni caso non intaccarono mai la stima reciproca.
È probabilmente esagerato dire che Pound fu in quale periodo un fervente sostenitore di Mussolini, mentre è certo che a Rapallo egli fu promotore delle arti e della musica, portando tra l’altro l’attenzione del pubblico italiano, e non solo, sulla musica di Vivaldi, che fino ad allora era di fatto caduta in dimenticanza.
Egli fu inoltre una vera attrattiva per giovani artisti, tra i quali ricordiamo il poeta Zukofski, la violista Olga Rudge e numerosi altri tra i quali il giovane scultore Heinz Henghes. La vita culturale della cittadina ligure divenne assai interessante, soprattutto sotto il profilo musicale.
Nel 1929 vi fu un incontro con Mussolini a Palazzo Venezia e pare che l’argomento della conversazione sia stato il volume di Pound “Cavalcanti”, dato confermato da Paund nel 1945.
Negli anni 1930-31 iniziò la sua polemica contro le manovre economiche internazionali, che essendo mosse soprattutto da banchieri ebrei, gli fruttò la fama di antisemitismo, assolutamente non vera.
è di quegl’anni (1933) il ciclo di conferenze tenute all’Università Bocconi di Milano dal titolo “An Historic Background for Economics” che certo non potevano dispiacere al Governo fascista.
Il ciclo di dieci lezioni fu remunerato dalla Bocconi con Lit. diecimila, cifra per allora assulutamente eccezionale e che del destò malumori nel corpo accademico: in una lettera del Direttore Amministrativo dr. Palazzina, diretta a Giovanni Gentile, mèntore della Bocconi, vi è traccia di questo disagio nonché della difficoltà degli studenti a compredere l’inglese delle lezioni.
Nel 1936 Hemingway è nell’amata Spagna, quale corrispondente di guerra dalla parte repubblicana: sarà lo spunto del romanzo “Per chi suona la campana”.
Nel 1939 Pound è in America, tentando, invano, di parlare con il Presidente Roosevelt; riesce tuttavia a contattare numerosi Senatori e rivolge messaggi in favore di una economia con finalità più pacifiche. Allo scoppio della guerra gli viene rifiutato il ritorno in Patria e viene definito uno “pseudoamericano”. Le sue conferenze alla Radio italiana, del tutto spontanee, insistono all’inizio solo sul tema della natura economica delle guerre, mentre rimprovera a Roosevelt l’alleanza con l’Unione Sovietica: in seguito la sua adesione a favore del Fascismo fu in realtà più esplicita e sostanzialmente differente da quella di Giovanni Gentile.
Forse a seguito di un suo scritto “Jefferson e Mussolini” nel settembre del 1943 Pound viene accusato dal Governo degli Stati Uniti di tradimento. Nel maggio ’45 Pound è arrestato e trasferito in un campo disciplinare alleato a Pisa, ove rischia di morire per l’inumanità del trattamento subito. Qualche settimana fa l’FBI ha fatto conoscere, dopo oltre mezzo secolo, il contenuto di un memoriale scritto da Pound prima del traferimento in USA. In esso il Poeta, dopo una breve sintesi degli spostamenti in Europa dal 1908 al 1945, riconosce di aver apprezzato il “New Deal” mussoliniano, attribuendo ai banchieri americani ed internazionali la responsabilità dell’entrata in guerra dell’America, mentre nelle sue collaborazioni radiofoniche del periodo della Repubblica di Salò sostiene di aver chiesto ed ottenuto “di nulla dire che fosse contro la mia coscienza o i miei doveri di cittadino “americano”. Trasferito negli USA sotto accusa di alto tradimento viene internato nel Saint Elizabeth Hospital, un manicomio criminale, malgrado le molte proteste, tra le quali quelle del Sindaco e dei cittadini di Rapallo.
Continua a lavorare, e a ricevere estimatori, mentre gli viene conferito il Premio Bollinger della Library of Congress per i Pisan Cantos da una Giuria presieduta da Thomas S. Eliot; e soprattutto continua a pubblicare, negli Stati Uniti ed in Italia a cura di Scheiwiller.
Nel 1955 Giovanni Papini pubblica un appello sul “Corriere della Sera” diretto all’Ambasciatore Clara Luce, in suo favore, mentre l’opinione pubblica, ma soprattutto il mondo culturale capitanato da Eliot, si proclama con insistenza a favore della sua liberazione.

Nel corso di qugli anni, tra il 1939 e la fine della Guerra, Hemingway sarà a Cuba e poi come corrispondente di guerra nel conflitto cino-giapponese, mentre nel corso del conflitto mondiale sarà tra Sun Valley e Cuba, talora impegnato con il suo battello al controllo costiero antisommergibile.
Come cronista di guerra seguirà lo sbarco in Normandia, entrando con i partigiani a Parigi, guadagnandosi la seconda Bronze Star: la prima, assieme a due Croci di guerra italiane e alla Medaglia d’argento al V. M. del R. Esercito se le era meritate sul nostro fronte nel corso della Grande Guerra, come prima ricordato.
Erano iniziati gli anni del suo declino, la netta propensione per l’alcool, la depressione: anni tuttavia punteggiati dal conferimento del Premio Pulitzer per il romanzo “Il vecchio e il mare” del 1952 e nel 1954 del Nobel per la Letteratura, che egli non potè ritirare per le sue condizioni di salute.
In ogni caso l’interesse per il Nobel fu per Hemingway piuttosto relativo. All’amica Fernanda Pivano disse “Troppo tardi, ormai non mi interessa più”.
Tra il 1956 e 57 sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti sia in Italia prende forza un movimento d’opinione in favore di Ezra Pound con la richiesta del suoi rilascio. Anche Hemingway partecipa a questo movimento d’opinione e in una lettera ad Archibald MacLeisch da Cuba sembra suggerire la strada per il rilascio di Pound, affermando che solo un folle, e non un traditore, avrebbe potuto comportarsi e scrivere in quella maniera.
Nell’aprile del ’57 Robert Frost si reca a Washington a nome degli scrittori di lingua inglese, tra i quali spiccavano i nomi di Eliot, MacLeish ed Hemingway, quale ambasciatore dell’opinione pubblica mondiale, per chiedere la liberazione di Pound. La Corte Suprema, anche sulla base dell’affidavit del Dott. Hoverholzer, sovrintendente del Saint Elizabeth Hospital, ritira l’accusa di alto tradimento e rende la libertà ad Ezra Pound.
Tornato in Italia, dopo una lunga convalescenza a Tirolo, a monte di Merano, Pound si stabilisce a Sant’Ambrogio di Rapallo in una villetta. Nel marzo 1961 all’Università di Milano, introdotto da Salvatore Quasimodo, terrà, applauditissimo, una lettura di proprie poesie.
Nel luglio di quell’anno Hemingway pose fine, come aveva fatto il padre, alla propria vita in un momento di depressione particolarmente acuto, probabilmente anche deluso dal fatto di non poter più scrivere come aveva fatto per tutta la vita.
Una delusione analoga, anche se assai meno drammatica, aveva colpito negli ultimi anni di vita anche Ezra Pound che, pur continuando a scrivere i Cantos, li considerava quasi un fallimento della propria attività poetica. Nonostante ciò nel 1964 e 65 fu ospite acclamato di due edizioni del Festival dei Due Mondi, ove aveva letto con successo sue poesie, interessato anche, come musicologo, alle avanguardie musicali ivi presentate. Malgrado gli ottant’anni e una salute già declinante, si reca a Londra per i funerali di Eliot e poi in Irlanda ed in Grecia, ove incontra il poeta e Premio Nobel 1963 Giorgos Seferis.
Nel 1969 un breve viaggio in America, un Paese che ormai non riconosceva più nelle persone e nell’ambiente culturale. Del resto nel 1967 in un’intervista con Allen Ginsberg si scusò di certe sue posizioni antisemite, che in realtà, è doveroso riconoscerlo, si riferivano soprattutto, se non esclusivamente, ai potentati economici ed industriali antipacifisti dominanti negli Stati Uniti: questo era quanto nel corso alla Bocconi aveva sostenuto, concetto condiviso allora da Hemingway e da non pochi della “Lost Generation”.
Pound muore a Venezia nel 1972 e viene sepolto nel cimitero di San Michele.
Si è insistito abbastanza a lungo sulla biografia dei due letterati considerando l’ambiente nel quale era nata la loro formazione e la sincera amicizia che li legava. È possibile comprendere la radice comune della loro strutturazione morale ed artistica: delusa dalla guerra, incapace di accettare un ritorno acritico alla dottrina isolazionista di Monroe, respinta ai margini della società dal materialismo e dal conformismo, la nuova generazione di scrittori e poeti, sia in patria sia nell’esilio parigino, in particolare quella del Greenwich Village e quella emigrata in Europa, accusò, senza mezzi termini, la civiltà americana dominata dal denaro e da una perdita di valori morali, mentre andava delineandosi la grande depressione che avrebbe portato alla fame non meno di venti milioni di americani sia bianchi sia di colore, originando il fenomeno del nomadismo interno alla ricerca del lavoro, spesso degradante e mal pagato.
Di questa avanguardia fu sicuramente Hemingway ad essere presto considerato uno dei più dotati tra gli scrittori americani di quel periodo, per il suo stile stringato, mettendo sotto accusa in “Addio alle armi” il mistificante idealismo della guerra.
Questo rinnovamento culturale trovò anche nel campo della poesia uno spazio innovativo, con un approfondimento definito antiromantico, ma che sarebbe forse più giusto considerare di penetrazione psicologica, avente come capiscuola Thomas S. Eliot ed Ezra Pound, il quale fu il creatore di un movimento di avanguardia, il Vorticismo, concepito in funzione anche antimarinettiana e da lui così sintetizzato: “Vorticismo è arte prima che si sia dilatata in uno stato di flaccidità, di elaborazione, di applicazioni secondarie” (Blast: a Review of the Great English Vortex. John Lane, London-New York, 1, 20 giugno 1914).
Le vicende dell’esistenza hanno separato i due grandi scrittori, conducendo Hemingway ad essere soprattutto, per non dire esclusivamente, un fortunatissimo romanziere, mentre Pound associò alla sua vena poetica un percorso sapienziale che gli consentirà di penetrare la letteratura cinese, quella provenzale, le vie italiane dei Cantos ed infine altre discipline comprese quelle economiche, divenendo anche vittima di una classe politica americana incolta e perciò incapace di accogliere il suo messaggio pacifista.
Malgrado posizioni talora diverse Hemingway fu tra i primi firmatari dell’appello al Congresso ed alla Corte Suprema per promuovere la liberazione dell’amico Pound al quale fu sempre legato da un forte sodalizio culturale ed umano.
In un colloquio (immaginario?) tra i due la Wallace fa dire a uno “You are better American than I” e l’altro replica “You are a natural patriot”.
Vero o non vero, si può certo dire che la loro fu un’amicizia senza tempo e l’ideogramma cinese qui di fianco, ripreso dal saggio di Pound “L’ideogramma cinese come mezzo di poesia” ci fornisce, a mio giudizio, una sintesi del loro modo di essere, a significare cioè “Uomo e parola, uomo accanto alla sua parola, uomo di parola, verità, sincero, fermo”.

Uomini di questa sorte furono entrambi e come tali è giusto ricordarli con ammirazione e rispetto.