Anno 11 - N. 31/ 2012
SIVIGLIA
La Settimana Santa
[...] Un evento che si ripete ogni anno e che pur essendo sempre uguale è sempre nuovo e diverso.
Oggi le processioni seguono le regole fissate nel 1604. Per un sivigliano essere Costalero è un grande onore e sono molti i giovani appartenenti alle più alte famiglie nobiliari che lo fanno regolarmente.
di Giuseppe Bajocco
Il passaggio del Palio di Nostra Signora della Speranza
(Triana)
La Settimana Santa di Siviglia è una delle maggiori manifestazioni popolari di Spagna se non d’Europa e si celebra da secoli in quanto l’origine risale al 1300.
È in quegli anni che iniziarono a formarsi le prime Confraternite: le Hermandades. Esse nascono come gruppi di fedeli che si riuniscono per incontri di culto o preghiera e solo più tardi si trasformano in associazioni di beneficenza. Oggi le Confraternite sono sessanta con duecentomila associati - la più numerosa ne conta tredicimila - e le attività che svolgono durante l’anno sono indirizzate particolarmente all’Assistenza, alla Educazione ed alla Carità. Solo una volta l’anno, nella Settimana Santa, escono in processione dalle loro sedi - una chiesa, un convento o altra struttura religiosa - per recarsi alla Cattedrale in forma penitenziale.
Le processioni seguono delle regole fissate nel 1604, e poi modificate nel tempo fino all’attuale ordinamento rigoroso e dettagliato.
Si inizia con la Croce di Guida, affiancata da due luci processionali. Seguono, con ceri accesi, i Nazareni in doppia fila con saio, cingolo e cappuccio a punta: el capirote. è questo un copricapo a forma di cono, con un’armatura interna che lo sorregge, la cui origine risale alla Santa Inquisizione quando i condannati, che indossavano anche una veste speciale, particolarmente umiliante, il “sanbenito”, venivano fatti sfilare per le vie della città cosi abbigliati in segno scherno e disprezzo prima di essere condotti alla gogna oppure al supplizio. A questo riguardo sono illuminanti le numerose opere di Goya che raffigurano questi infelici che si stanno avviando a tali drammatici appuntamenti e dei quali parla anche Voltaire nel “Candide”con amara ironia.
Oggi il capirote viene indossato in segno di penitenza e, per nascondere l’identità del penitente, copre completamente il viso lasciando liberi solo gli occhi.
Subito dopo i Nazareni segue il Clero con gli incensieri, le candele e la Croce processionale, infine, preceduto dalle più alte Autorità della Confraternita, l’Altare semovente Paso del Cristo, con sopra una scena della Passione con i diversi personaggi a dimensione naturale. Dietro il Paso del Cristo, una banda musicale accompagna la marcia dei partecipanti, seguita da una schiera di penitenti scalzi, con saio, capirote e pesanti croci sulle spalle.
Al Paso del Cristo segue l’Altare della Vergine Dolorosa – detto Palio perché coperto da un ricco baldacchino – con dietro un’altra banda musicale. Anche questo secondo altare è seguito da penitenti scalzi, velati e con le croci sulle spalle. Chiudono infine la sfilata due rappresentanti della municipalità in alta uniforme.
Un elemento essenziale per lo svolgimento delle processioni sono i “Costaleros”. Sono degli uomini, che stando sotto la struttura del Paso e del Palio, portano gli altari sulle spalle e li fanno avanzare riparandosi la testa e la schiena con un sacco – il costal – per attutire i colpi. Prendono il nome dagli antichi scaricatori del porto e anticamente erano pagati per il loro lavoro. Da anni quest’attività si è trasformata in titolo di merito ed ogni Confraternita ha molti gruppi di Costaleros che si alternano sollevando e trasportando macchine che pesano da 15 fino a 35 quintali.
Per un sivigliano essere Costalero è un grande onore e sono molti i giovani appartenenti alle più alte famiglie nobiliari che lo fanno regolarmente.
Se questa è l’impostazione organizzativa delle processioni, è il dato quantitativo ad essere impressionante. Nei sette giorni della Settimana Santa ne sfilano sessantuno con sessantacinquemila Nazareni, con punte di 2700 per le Confraternite maggiori.
Se a questi si aggiungono i rappresentanti delle Confraternite, quelli del Clero, gli elementi delle bande musicali, i cinquemila portatori che muovono gli altari e le schiere dei penitenti, si superano le centomila persone coinvolte.
I tempi di sfilata vanno da 25/30 fino a punte di 70/75 minuti e la durata, dall’uscita al rientro, varia da un minimo di quattro/cinque fino a dodici/tredici ore per le confraternite più numerose e/o lontane.
La Confraternita della Macarena importantissima – dato che la Vergine della Speranza Macarena è la protettrice di Siviglia – sfila nella Madrugada (1) del Venerdì Santo uscendo a mezzanotte e rientrando alle quattordici.
Il percorso è assai variabile pur dovendo rispettare un tratto centrale fisso e obbligatorio. Inizia dalla sede della Confraternita con uscita nel tardo pomeriggio, percorre la città fino alla Cattedrale e rientra per altre strade.
La parte obbligatoria, chiamata “Carrera Oficial” attraversa il cuore monumentale di Siviglia, ed è tutta affiancata da sedie e palchi riservati, e riveste una particolare importanza.
Un elemento spettacolare e del tutto caratteristico sono le “Saetas”.
Quando il Paso del Cristo e il Palio della Vergine attraversano le strette vie degli antichi quartieri, le statue dei Misteri o della Madonna raggiungono il primo piano delle abitazioni. Allora, accade che da una finestra o da un balcone si affacci un uomo il quale, a voce spiegata indirizza un canto in lode alla Vergine o un lamento sulla sorte del Cristo.
La processione, allora, si arresta per ascoltare. Questi canti sacri si chiamano “Saetas”. Vi sono cantanti specializzati, di larghissima fama, osannati e ricordati da tutti ed è un grande onore per una Confraternita avere questi artisti che così si rivolgono alle proprie immagini processionali.
Queste melodie fanno parte della tradizione popolare e al riguardo va ricordato che Siviglia è in Andalusia e l’Andalusia è la patria del Flamenco, canto e ballo che affondano nelle pieghe della storia e del costume.
Tutto questo è ciò che vedono i turisti ma per un sivigliano la Settimana Santa ha molti e più profondi significati.
Il primo è rappresentato dall’ansia e dalle emozioni che nascono dall’attesa di un evento così importante e radicato nel cuore della città.
Un evento che si ripete ogni anno e che pur essendo sempre uguale è sempre nuovo e diverso.
Un secondo è la passione e l’orgoglio nel veder sfilare, fra una moltitudine di spettatori, la propria Confraternita o, se non vi si appartiene personalmente, quella del proprio Barrio, osservarne orgogliosamente il Paso e il Palio, rilevarne le novità rispetto all’anno precedente confrontandoli con quelli delle altre Confraternite.
Vi è poi una dimensione sociale e di appartenenza che emerge nel tratto della “Carrera Oficial”, ove sono collocati le sedie e i palchi riservati. Questi posti non sono aperti a tutti. Sono strettamente privati e le famiglie che hanno il diritto – diciamo pure il privilegio – di accedervi se lo tramandano gelosamente. Avere un palco o seggiole riservate nella “Carrera Oficial”, particolarmente nella Piazza San Francesco e nelle vie adiacenti, è indice di alto stato sociale e/o economico e come Status Simbol può essere paragonato, anche se su di un altro piano, a quello che è per un milanese avere un palco alla prima della Scala.
Ci si va come a una cerimonia e agli invitati non sivigliani, che si pensa non conoscano le usanze locali, si fa educatamente capire, com’è accaduto a chi scrive, che è opportuno si presentino vestiti in modo adeguato.
Vi è infine la dimensione religiosa che coinvolge tutti e si manifesta non solo con la partecipazione alle celebrazioni ma si evidenza particolarmente il Giovedì e il Venerdì Santo.
In questi giorni i cristiani sono in lutto per la morte di Cristo e quindi ci si veste di nero.
Gli uomini con abito e cravatta scura mentre le donne si coprono con la” mantilla”. È questa un prezioso velo nero ricamato, che si tramanda di madre in figlia e che si porta sopra la testa sorretto da un alto pettine. Ad essa si accompagnano abiti scuri accollati, scarpe nere e discreti gioielli antichi e preziosi.
Cosi si svolge la Settimana Santa di Siviglia che inizia la Domenica delle Palme e termina la Domenica di Resurrezione.
Lo sfilare nella notte degli altari sfavillanti di candele e dei nazareni con migliaia di ceri accesi, il silenzio rotto solo dalle marce funebri delle bande, “las Señoras” in mantilla accompagnate dai loro “Caballeros” in rigorosi abiti neri; l’odore dell’incenso che si mescola al profumo degli aranci in fiore che a migliaia fiancheggiano le strade della città creano un’atmosfera assolutamente indimenticabile con uno spettacolo che, se pur visto più di una volta, resta sempre coinvolgente e affascinante.
(1) La ripartizione della giornata spagnola è la seguente: Madrugada 0-6 h; Mañana 6-12; Tarde 12-18; Noche 18-24.
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