Anno 11 - N. 31/ 2012


Noi “oroscettici”

PRO & COTRO

[...] A questo punto scendono in campo i crisopigi (quelli che vorrebbero l’oro dappertutto). E dicono: un tempo, non era affatto così…

di Paolo Brera




Ci sono due tipi di ciarlatani: quelli che curano il cancro con incantesimi e olio di serpente e quelli che propongono di tornare a un sistema monetario basato sull’oro. La differenza è che questi ultimi, a prima vista, possono sembrare gente ragionevole.
Infatti il problema a cui cercano di dare risposta si comprende facilmente. Hai in mano una banconota da un dollaro? Ti dà il diritto di comprare qualcosa che desideri o di ricevere in cambio 75 eurocent (al tasso del giorno in cui scrivo). Sempre che trovi qualcuno disposto a venderti ciò che hai in mente di comprare o a darti i 75 centesimi.
Questo di solito è facile, ma è pur vero che ci sono periodi in cui diventa impossibile. È quando ci sono troppi dollari in giro e poche merci o pochi euro. Allora la banconota da un dollaro diventa un pezzo di carta con su un po’ di strani ritratti e qualche simbolo massonico, ma in quanto pezzo di carta buono al più per arrotolarci una sigaretta o accenderci il fuoco. Mutatis mutandis, questo vale anche per la forma più recente che ha acquisito la moneta a corso legale, quella di una registrazione elettronica nelle latebre di qualche computer.
A questo punto scendono in campo i crisopigi (quelli che vorrebbero l’oro dappertutto). E dicono: un tempo, non era affatto così. Un tempo come moneta si usava l’oro e i biglietti di banca al massimo erano ordini di pagare a chi li presentava una certa quantità del nobile metallo. E siccome l’oro è prezioso anche se non lo adoperi per comprare qualcos’altro, ecco che si aveva una grande stabilità monetaria. Per ripristinarla, basta tornare al sistema aureo di una volta.
Resta il fatto che quando Mosè fu convocato da Dio sulla cima del monte Sinai, non ricevette un sistema monetario basato sull’oro ma dieci tavole con i comandamenti. I sistemi monetari non sono una creazione di Dio, sono opera umana. Ci sono motivi abbastanza semplici se i metalli preziosi sono stati alle origini dell’economia monetaria. Erano duttili e malleabili, non si usuravano. E venivano usati a fini religiosi e curativi.
Questo punto viene spesso trascurato. Il prestigio dell’oro e dell’argento deriva anche e sopra tutto dall’aspetto religioso. La destinazione più normale per i metalli nobili, nel mondo mediterraneo dell’antichità, erano i tesori dei santuari. Oltre a ciò, i metalli nobili servivano anche per facilitare il commercio a lunga distanza, di solito sotto forma di oggetti preziosi insigniti di un particolare prestigio. Questi oggetti infatti erano preziosi perché contenevano materiali molto difficili da estrarre e da lavorare e perché erano opera di artigiani considerati semidivini. Il mana di questi artigiani, così come quello dei nobili proprietari degli oggetti, entrava per intero in essi e conferiva loro valore.
La coniazione delle monete inizia quando si trova una maniera semplice di incorporare del mana pregiato in una certa quantità di metallo. I sigilli personali erano già da tempo un modo di imprimere il mana nella terracotta o nella cera: gli stampi per coniare, che funzionano sullo stesso principio, imbevono le monete del mana delle poleis che le coniano. La civetta sacra ad Atena porta in tutto il Mediterraneo il mana di Atene.
Ma il valore di qualsiasi cosa è in ultima analisi una questione di opinioni. Non meno del valore della moneta legale, anche quello dell’oro dipende da pure e semplici convenzioni. Basta leggere qualche numero di Tex Willer per rendersi conto, per esempio, che gli indiani d’America non se ne facevano commuovere. Potrei citare anche altre opere, di economia o di sociologia, ma sono meno facili da trovare in giro e così ci faremo bastare Tex Willer.
L’oro è bello, ammettiamolo, ma proprio come per qualunque altra merce, i gusti sono gusti. Nel deserto è ben più preziosa l’acqua. Nella società, è meglio un’amicizia sincera. In agricoltura è più utile il concime naturale. Eppure nessuno propone un sistema monetario fondato sull’acqua, sull’amicizia sincera o sul concime naturale.
E poi, le opinioni cambiano. I gioielli di galalite (una delle prime materie plastiche) non sono più molto ricercati, se non dagli amanti dell’antiquariato. Gli orecchini d’oro sono considerati belli da molte persone, ma c’è pure chi ne fa a meno.
Se il valore dell’oro è un’opinione, basare su di esso un sistema monetario non è diverso dal fondarlo sul corso legale della moneta. Per questo non possiamo non essere “oroscettici”. L’oro per di più ha diverse limitazioni che la moneta smaterializzata non ha. È pesante. È più facile perderlo. Il corso legale del denaro consente di acquistare con la moneta qualunque merce, e non solo un singolo metallo.
Resta vero però che la credibilità dell’acquisto è legata alla credibilità dello Stato o dell’insieme di istituzioni pubbliche che decretano il corso legale di una moneta.
Per questo oggi è meglio essere vigili di fronte all’inondazione di dollari, sterline, yen e anche euro che stanno mettendo in atto le Banche centrali, inclusa la Bce. Prima o poi qualcuno si domanderà se con tutta quella carta uno può davvero comperare qualsiasi merce. E per il maestoso edificio del sistema monetario mondiale sarà davvero una bruttissima prima crepa. Di fronte ai comportamenti attuali delle autorità monetarie, perfino noi oroscettici cominciamo a sentire il bisogno di qualche sicurezza in più.