Anno 10 - N. 28/ 2011
All’interno della Moschea bisogna quindi arrivare con animo puro…
LA GRAN MOSCHEA DEL SULTANO QABOOS
Quando Maometto entrava in una moschea chiedeva a Dio
“Aprimi le porte della Tua Misericordia”mentre
quando usciva diceva “Aprimi le porte della Tua Eccellenza”
di Testo di Rosanna Veronesi - Foto di Giovanna Dal Magro
La grande moschea
L’Islam è considerato non solo una religione, ma la riproposizione della Tradizione divina e che concettualmente, ritiene le altre religioni solo espressioni parziali. Afferma, tra l’altro, che la terra nella sua interezza è “luogo di prosternazione” e conseguentemente luogo di contatto con il cielo, in cui viene ritagliato un lembo di questo cielo, per essere proiettato sulla terra, dove verrà costruito un “tempio”. Nel “Libro delle moschee e dei gruppi credenti” tramandato da Fatima, la figlia del Profeta si racconta che quando Maometto entrava in una moschea chiedeva a Dio “Aprimi le porte della Tua Misericordia” mentre quando usciva diceva “Aprimi le porte della Tua Eccellenza”. Frequentare la Moschea per i credenti islamici è obbligatorio e rappresenta l’eccellenza, perché recarsi nella Casa di Dio, si compie anche uno degli obblighi di Dio e si sale di grado nella vicinanza a Dio.
All’interno della Moschea si deve ricordare l’Altissimo, attraverso il pregare, l’insegnare o apprendere la conoscenza della sacralità ed esortare ad acquisire tutte le grandi virtù. All’interno della Moschea bisogna quindi arrivare con animo puro, senza raccontare falsità o litigare o comportarsi in maniera volgare.
Per dare maggiore risalto alla devozione, le strutture architettoniche delle moschee devono apparire spoglie, senza immagini o raffigurazioni; mentre i simboli fondamentali rappresentati, che non propongono immagini iconografiche, ripetono le scritte con le recitazioni del Corano. Conseguentemente la fisicità degli uomini che frequentano questo luogo in atto di preghiera, assume nello spazio e nelle varie fasi di adorazione, l’orientamento al Principio divino con le differenti posizioni rituali che accorrono in aiuto alla ricerca della spiritualità.
Poiché costruire la moschea o frequentarla rappresenta l’eccellenza, viene riportato da “Uthman ben Affan” nel “Libro delle moschee e dei luoghi per pregare (hd.533)” che l’inviato di Dio disse: “Chi costruisce una moschea per Dio Altissimo” o per il “Volto di Dio”; “Dio gli costruisce una casa in Paradiso”; inoltre viene detto che durante la costruzione della moschea il Profeta e i suoi compagni cantassero “Non c’è vita se non la vita dell’Oltre” perché l’Oltre o l’Altra vita è il luogo in cui si palesa il dominio divino e per quasi tutta l’umanità l’unico modo di comprendere è avvertire la presenza divina per considerare che anche la vita terrena è governata da Dio ed il Tempio è il luogo della “luce” dove il “Verbo divino” si attua attraverso la recitazione del Corano.
Con queste premesse entriamo nella Gran Moschea dell’Oman del Sultano Qaboos Bin Said, considerata la più grande del Mondo, il cui fascino è dovuto sia all’ampiezza architettonica sia alla magnificenza delle composizioni decorative.
Completata nel 2001, dopo nove anni di intensi lavori, è un esempio di architettura islamica moderna al passo con le più antiche tradizioni.
Il complesso spazia da nord a est su un’area totale di 40.000 mq. Colpisce per il suo candore con le raffinate strutture in marmo bianco circondate dai cinque minareti che rappresentano i momenti della preghiera quotidiana. Il sontuoso passaggio pedonale aperto e coperto da arcate che formano l’entrata principale, si amplia nella corte a semicerchio in cui si allineano due blocchi centrali orientati ad Est.
La creazione di questa entrata, vuole sottolineare al tempo stesso, la funzionalità del complesso religioso dove la candida e preziosa pietra è stata appositamente importata dall’India.
Un’infilata di mosaici d’oro sono stati modellati intorno alla solida struttura che viene ulteriormente arricchita con i tipici merli.
Lo sviluppo architettonico esterno si compie con la semi-cupola, posta sopra le due entrate dei vestiboli: una predisposta per la preghiera degli uomini; l’altra per quella delle donne.
La Grande Moschea è adornata ancora da moltissimi mosaici floreali, ciascuno dei quali, apposto nei riquadri dei vani dei singoli portali, mette in evidenza la varietà degli stili islamici.
L’immensa sala interna, che può ospitare oltre 6000 persone, colpisce per l’estrema raffinatezza con il pavimento di marmo italiano coperto dal tappeto che misura 4.200 metri quadri, (si afferma che sia il più grande del mondo) tutto rigorosamente intelaiato a mano e cosparso da disegni floreali, geometrici e bande calligrafiche. Dal soffitto con arcate a volte, pende l’imponente lampadario, lungo ben 14 metri in cristalli Swarovski. Nelle nicchie sono posizionate numerose sculture a bassorilievo a cui si intrecciano i 99 nomi di Allah.
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