Anno 1 - N. 3 / 2002
I MAGI
I primi a testimoniare la nascita di quel bambino, che morirà con l’appellativo di Re dei Giudei
di Raffaele Giovanelli
Trittico adorazione dei Magi (pannello centrale, 1510)
BOSCH, Hieronymus ('s-Hertogenbosch, 1450 ca.- 1516)
Museo del Prado, Madrid
In tutte le religioni esiste un nucleo di fatti fondamentali, che troviamo anche nella religione cristiana. La scelta e la narrazione di questi fatti e la loro interpretazione sono il risultato di una selezione, operata negli anni dal gruppo egemone, su un grande numero di narrazioni, in certi casi anche contraddittorie. Non stupisce quindi che nella religione cristiana la cancellazione di alcuni fatti, considerati inaccettabili per la linea di pensiero di un particolare periodo, non sia stata portata a termine completamente. Invece, la narrazione di altri fatti è stata eliminata dai testi canonici, finendo alcuni probabilmente nei testi indicati come apocrifi. Di particolare interesse è la storia dei Magi, che troviamo in uno solo dei Vangeli canonici: quello di Matteo, il testo che sembra essere stato scritto per primo, in aramaico, trattandosi di un testo destinato agli ebrei. Per una interpretazione giudaicocentrica del cristianesimo, la storia dei Magi sarebbe stato più opportuno cancellarla; invece rimase, forse perché all’epoca di Cristo non si dava molta importanza alla gente che arrivava dall’oriente. Il potere militare e politico era ad occidente, a Roma. Per gli ebrei di Israele Gerusalemme era il centro della storia e tutto ciò che accadeva nel resto del mondo non aveva alcuna rilevanza in sé ma solo per come appariva a Gerusalemme. Dopo 2000 anni si può ancora scoprire una nuova interpretazione e si possono tentare nuove riflessioni sul significato della visita dei Magi?
La storia dei Magi
Nel Vangelo di Matteo, della storia dei Re Magi si dice solo che arrivarono a Gerusalemme dall’Oriente seguendo una stella, che apparve a Occidente. Si dice che la stella li guidò ed infine sembrò fermarsi sopra Betlemme. Oggi sappiamo dei Re Magi molto più di quanto non sapesse l’evangelista Matteo. Conosciamo anche l’interesse che durante i secoli suscitarono i Magi presso i popoli cristiani. Ma chi erano in realtà i Magi e da dove venivano? Essi erano sacerdoti-scienziati della religione di Zarathustra, religione che il maestro predicò (forse) dal 530 circa prima di Cristo, quando aveva trent’anni.
Ci sono molti punti in comune tra la religione predicata da Zarathustra ed il cristianesimo ed anche molte coincidenze, come l’esito cruento della sfida al potere politico e religioso dominante. Per i seguaci di Zarathustra la sfida si concluse con l’uccisione dei Magi voluta dall’imperatore Ciro. Ma il punto in comune, che più interessa sottolineare, è il valore sacro che entrambe le religioni assegnano alla verità. In un certo senso sono le religioni della Verità.
Quando Cristo dichiarò lo scopo della Sua missione, durante il processo innanzi a Pilato, disse: “Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla Verità. Chiunque è della Verità, ascolta la mia voce” (Gv. 18, 36). A questa affermazione Pilato, figlio del pensiero greco-romano disse, senza aspettare risposta: “Che cosa è la Verità?” (Gv. 18, 38). In quel momento si presenta sulla ribalta della storia la Verità cristiana, che è rivelazione di Dio e quindi di tutto il reale. Contrapposta al pensiero dell’era classica compare la nuova concezione cristiana del mondo materiale e di quello spirituale. Tutta la realtà viene da Cristo rivelata attraverso la Verità, che non è più mera speculazione, ma fondamento ed essenza di un valore sacro, della rivelazione del regno di Dio ed insieme partecipazione all’uomo dei segreti della creazione, della realtà del mondo fisico. Così la Verità diviene radice della Scienza, che cresce sulle stesse basi del cristianesimo. Una Scienza che può anche negare Dio, ma non può mai negare il suo stesso fondamento che è radicato nella concezione sacra della Verità, attraverso la quale la Scienza è necessitata prima o poi a riscoprire Dio.
Oggi la Scienza è l’unico elemento che realmente unifica tutti i popoli della Terra. Si potrebbe dire: l’unica forma di “religione” universale, l’unica fabbrica di certezze (abusate), l’unica fonte di miracoli materiali ai quali non possiamo sottrarci. Mentre il cristianesimo sembra appassire nelle sue manifestazioni esteriori, nella sua liturgia, nella sua dimensione popolare, corale, alcuni suoi punti cardine si sono trasferiti nell’etica della Scienza, nel metodo scientifico, che costituisce l’unica realtà duratura della Scienza stessa, per sua natura destinata a rinnovare continuamente i suoi contenuti, a raggiungere sempre nuove “verità”, che quindi necessariamente sono provvisorie, mai definitive.
La visita dei Magi, dopo un lungo viaggio iniziato ben prima che la cometa fosse apparsa, assume un valore simbolico enorme, un valore che i contemporanei non colsero pienamente perché ignoravano i contenuti della religione di Zarathustra. Dice Matteo (Mt. 2, 2 - 5) “Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo di re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto …»”. I Magi furono i primi a testimoniare la nascita di quel bambino, che morirà con l’appellativo di Re dei Giudei.
Tuttavia, i Magi stavano per combinare un guaio perché Erode pensò subito che era opportuno uccidere il bambino quando era ancora in fasce, in modo che non creasse pro- blemi in futuro. Inoltre, gli scribi ed i sommi sa- cerdoti non avevano certo intenzione di proteggerlo. Infatti erano convinti che il Messia avesse il compito di rendere il popolo di Israele padrone del mondo e che quindi sarebbe arrivato con tutta la necessaria protezione di Dio. Dio stesso avrebbe provveduto direttamente a tenere lontani i nemici del Messia. Quindi il turbamento generale di cui ci parla Matteo non prometteva nulla di buono per il piccolo Gesù.
Questo episodio può anche costituire una sorta di giustificazione del lungo silenzio che troviamo nella vita di Cristo, tra il suo debutto nel tempio, quando dodicenne interpretò le sacre scritture davanti ai sapienti di Israele, e l’inizio della predicazione, che si colloca al trentaseiesimo anno d’età, dovendo essere spostato, come in seguito vedremo, di ben sei anni prima l’anno della sua nascita. Può quindi apparire non del tutto infondata l’ipotesi che Cristo abbia trascorso un lungo periodo in Oriente, nella terra dei Magi. Molte congetture sono state fatte al riguardo, ma stranamente non mi risulta che sia mai stata posta attenzione alle coincidenze. I Magi venivano dall’Oriente, i Magi sapevano con alcuni anni d’anticipo la data della nascita di Cristo, poiché solo il viaggio dalla zona iranica sino alla Palestina con una carovana richiedeva oltre un anno. I Magi portarono doni regali, simbolici ed anche concreti. Persino il bue, che riscalda con il calore del suo corpo il piccolo Gesù, è animale sacro nella religione di Zarathustra. A mio parere, se si vuole scrivere una storia del rapporto tra la Scienza e la fede cristiana, si ha da iniziare con la visita dei Re Magi a Betlemme. Tuttavia, per quanto a mia conoscenza, almeno in tempi recenti, nessuno ha esaminato i possibili significati dell’episodio. Invece si è soliti parlare del rapporto tra scienza e fede ricordando il conflitto che nacque tra la Chiesa di Roma e Galileo, assegnando alla Chiesa il ruolo di forza oscurantista e nemica del progresso dell’umanità. Tuttavia, a dispetto della vastissima saggistica nata da quel celebre scontro, oggi il giudizio sulla disputa tra il Card. Bellarmino e Galileo non è unanime nel condannare il cardinale e la Chiesa e glorificare Galileo.
Sappiamo che la religione cristiana ebbe durante il medioevo una sorta di rapporto pri-vilegiato con la Tecnica e con la Scienza, con la nuova Scienza nata dalle rovine di quella precedente, la Scienza del periodo classico (il rapporto tra Scienza e fede si riempì di sospetti con lo sviluppo del pensiero rinascimentale, migliorò nei paesi protestanti mentre in quelli cattolici si dovrà attendere la fine del XIX se- colo). Questo rapporto non faceva distinzione tra Scienza magica-esoterica (come quella dei Magi derivata da Zarathustra) e Scienza tecnologica, che si veniva costruendo durante l’alto Medioevo all’interno dei primi monasteri. Ma l’episodio dell’omaggio dei Re Magi a Cristo appena nato, sancisce una specie di patto implicito tra la Scienza e la nuova fede. Mentre il potere politico, nella persona di Erode cercherà il piccolo per ucciderlo ed il potere religioso alla fine lo manderà sulla croce, gli uomini della Scienza di allora al contrario si recano a portargli doni. Lungo i secoli che seguirono la nascita del Redentore, è ragionevole ipotizzare che ci sia stata un certa influenza di questo episodio nel pensiero dei cristiani. Episodio che è completato dalla descrizione dell’ingenuità dei tre personaggi, antesignani dello scienziato moderno anche per questo aspetto umano, ingenuità che richiese l’intervento straordinario di un angelo appositamente e tempestivamente inviato per dissuaderli dal ripassare, durante il viaggio di ritorno, da Erode che voleva essere informato dove fosse il piccolo Gesù per farlo uccidere. Erode morirà invece nel 750 (anno dalla fondazione di Roma) subito dopo la strage degli innocenti, dalla quale Gesù scampò, portato in Egitto. Erroneamente l’inizio dell’era cristiana nel VI secolo venne fissato nell’anno 754. Quindi anche dal confronto con queste date storiche la nascita di Gesù deve essere avvenuta nel 7-6 a. C!
Cosa sappiamo della stella cometa
Notizie di una cometa, che dall’Oriente fosse apparsa come diretta verso la Palestina, sono state trovate negli annali astronomici cinesi. Ma la data non coincide. Quella cometa è apparsa cinque anni prima dell’anno zero. Dell’altro fatto storico concomitante, il censimento delle genti dell’Impero romano, non è stato possibile determinare con sicurezza l’anno. La nascita di Cristo è quindi fuori dalla storiografia ufficiale. Colui che ha spezzato e rinnovato la storia dell’Umanità storicamente quasi non esiste. Di Lui abbiamo notizia che l’unica volta che scrisse lo fece sulla sabbia. Invece la data della Sua morte pare che sia stata verificata grazie alla concomitanza con l’eclissi di Luna che si verificò proprio il venerdì 3 aprile del 33 d. C. (si veda Nature 306, p.743 - 1983).
Che il cristianesimo sia stato all’origine della nascita della Scienza occidentale è cosa ben difficile da sostenere, tanto più che la Chiesa, dopo l’incidente con Galileo, è stata circondata dal sospetto e dall’accusa di essere una forza oscurantista, nemica del progresso e ben determinata a conservare sul popolo un potere fondato anche sull’ignoranza dei fatti naturali. Eppure esistono molti validi argomenti contrari a questa opinione largamente diffusa. Se an-diamo a consultare un qualsiasi testo di storia della Scienza nel periodo di passaggio dalla Scienza antica a quella medioevale al massimo potremo ascrivere alla Chiesa il merito di aver fatto copiare alcuni testi scientifici, e solo alcuni perché molti ci sono arrivati indirettamente attraverso la divulgazione fatta dagli arabi. Certamente non troveremo citati i Re Magi né tantomeno la stella cometa, che poi neppure con certezza pare sia identificabile in un corpo celeste.
Durante i primi secoli le rappresentazioni della natività riportavano una grande stella senza la scia. Tante comete, delle quali si ha notizia, sono scomparse dopo essere state registrate negli almanacchi dell’antica Cina. Ma facciamo una breve digressione metastorica. L’avvento del cristianesimo ha sconvolto la storia dell’Occidente europeo. Un modo di essere, di vivere è stato cancellato nell’Europa romana. Eppure si trattava della regione più organizzata e più potente nel mondo di allora. Solo dopo ben oltre mille anni siamo tornati a fare il bagno in pubblico ed in privato senza recare offesa al comune senso del pudore. Eppure, prima del cristianesimo, avevamo fatto delle abluzioni quotidiane il nostro principale simbolo di stato sociale, per cui esistevano, a disposizione di tutti, schiavi compresi, terme di Stato simili a palazzi regali. Ai tempi dell’impero a Roma il consumo dell’acqua era di circa un metro cubo al giorno per abitante. Durante il Medioevo per la città era sufficiente l’acqua erogata da pochi pozzi interni alla cerchia delle mura. La trasformazione radicale nel consumo dell’acqua è ovviamente il sintomo di altrettanto radicali mutazioni nei costumi e nel pensiero degli europei.
Anche la Scienza subì una trasformazione. Essa venne prima quasi totalmente dimenticata e poi ricostruita su basi del tutto diverse da quelle su cui si fondava la Scienza antica greca e romana. Le cause di questo mutamento della Scienza non sono state identificate con sufficiente chiarezza, essendo le opinioni divise dall’atteggiamento preconcetto che i singoli storici hanno verso il Cristianesimo. Inoltre, gli storici non hanno di solito idee approfondite sulla Scienza, mentre gli specialisti di Storia della Scienza non hanno generalmente una visione delle interazioni tra i diversi settori del pensiero non scientifico. Circa la natura della stella apparsa ad annunciare la nascita di Gesù ancora non abbiamo neppure deciso se si sia trattato realmente di una cometa, oppure del bagliore improvviso di una stella esplosa, una “nova”, come queste stelle sono chiamate dagli astronomi. Origene, il teologo vissuto ad Alessandria nel terzo secolo d.C., scrisse: “Ritengo che la stella apparsa ai Magi nell’Oriente sia stata un nuovo astro, senza nulla in comune con quelli che ci si mostrano nel firmamento o nell’atmosfera più bassa. Presumibilmente fu come una di quelle meteore che sogliono comparire di tanto in tanto e che i greci distinguono chiamandole, secondo la loro forma, ora comete, ora travi infocate, ora stelle caudate, ora botti, e con altri nomi ancora.”
La cometa di Halley sembra doversi esclu- dere poiché transitò nel 12 a.C.. Se invece cerchiamo la data del censimento, ci sono indizi che si sia tenuto nel 6 a.C. Si tratta del principale evento storico citato nel Vangelo, evento che poi spiega la necessità della famiglia di Gesù di spostarsi e quindi il verificarsi della nascita in una grotta di Betlemme.
Dal Vangelo di Luca (Lc. 2, 1-2) leggiamo: “In quei giorni uscì un editto di Cesare Augusto per il censimento di tutto l’impero. Questo primo censimento venne fatto mentre Cirino (P. Sulpicio Quirino) era governatore della Siria.” In realtà Quirino arrivò in Siria quale legato nel 6 d.C. Sappiamo che tra il 6 ed il 7 d.C. Quirino fece eseguire un censimento e sappiamo anche che nel periodo di Augusto i censimenti si tenevano ogni 14 anni. Quindi il censimento di cui si parla nel Vangelo potrebbe essere proprio quello tenuto tra il 5 ed il 7 a.C.. Ma di quel censimento tuttavia non abbiamo notizie dirette. Da un’iscrizione romana trovata presso Antiochia sappiamo che Quirino era già stato in Siria in qualità di legato dell’imperatore Augusto, quando in realtà il proconsole della Siria era Saturnino. Quirino in quegli anni (6 a. C.) quasi certamente si trovava in Siria non come proconsole ma come addetto militare. Avendo egli già allora molto potere ed essendo poi diventato effettivamente governatore della Siria, è ragionevole pensare che nella memoria del popolo Quirino fosse ricordato come governatore della Siria anche nell’anno in cui si svolse il censimento di cui parla Luca, quando invece era Saturnino il vero proconsole della Siria.
Per la cometa le cose sono anche più incerte. Si è arrivati persino ad ipotizzare che in realtà si sia trattato della congiunzione di Saturno con Giove, evento astronomico che in astrologia pare abbia un grande significato. Tuttavia, si è scoperto che negli annali cinesi viene ricordata una cometa che potrebbe essere quella indicata nel Vangelo: “Sotto il regno dell’imperatore Gae Te, il 2° anno dell’epoca Keen Ping, la seconda luna, una cometa apparve in Keen New (zona del cielo che comprende i Capricorni) per circa 70 giorni.” Secondo il nostro modo di contare gli anni, la cometa citata apparve nel 6 avanti Cristo. La cometa a noi nota, che sembra meglio corrispondere a queste scarne osservazioni è la Finsler (1924c). Ma il calcolo del passaggio avvenuto attorno agli anni della nascita di Cristo, sino agli anni ‘50, non risultava ancora essere stato fatto. Si tratta di un calcolo molto laborioso perché le comete vanno incontro a forti perturbazioni per azione dei pianeti durante il doppio attraversamento del sistema solare. Fresa (A. Fresa,”La stella dei Magi e la Cometa Finsler (1924 c)”, Coelum Vol.23, 1955.), partendo solo dalle poche notizie tratte dagli annali cinesi sopra menzionati, propone il giorno 5 di marzo per la data del perielio della cometa, che sarebbe passata cinque anni prima dell’anno oggi accettato come inizio della nostra era. Fresa ha cercato anche di ricostruire l’orbita della cometa, in modo da descrivere come essa fosse apparsa in Oriente, nella terra dei Magi. Secondo Fresa, la cometa apparve a ponente, dopo il tramonto del Sole. Oltrepassata la congiunzione con il Sole, la cometa divenne astro del mattino e, avvicinandosi al nodo discendente, la cometa divenne visibile sino alle luci dell’alba, muovendosi verso sud-ovest, quindi nella direzione da Gerusalemme a Betlemme. Questa infatti fu l’ultima parte del viaggio dei Magi, ai quali la cometa infine dovette apparire sempre più bassa sull’orizzonte durante i primi giorni di maggio, dando l’impressione di essersi arrestata, quando invece aveva iniziato il viaggio di allontanamento dal sistema solare.
Quanto poi al periodo dell’anno scelto per il censimento è molto più probabile che i romani abbiano scelto la primavera invece dell’inverno, periodo in cui l’attuale tradizione colloca invece la nascita di Gesù.
Il cristianesimo e la religione di Zarathustra
Ma torniamo ora ai legami tra il cristianesimo e la religione dei Re Magi. Esistono riscontri nei Vangeli riguardo all’ipotesi di un legame con la religione di Zarathustra. Parlando dei peccati che non possono essere perdonati i tre Evangelisti Matteo, Marco e Luca affermano quasi con le stesse parole, che solo la bestemmia contro lo Spirito Santo è il peccato che non può essere perdonato:
Matteo (Mt.12,31):
“Perciò io vi dico: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro.”
Marco riferisce (Mc.3,28):
“In verità io vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna”.
Ed infine Luca afferma (Lc.12,10-12):
“Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato.”
Luca subito dopo spiega quale ruolo avrà la Spirito Santo nelle persecuzioni che si scateneranno contro i seguaci di Cristo.
“Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.”
Non risulta che, in tempi più recenti, la predicazione delle Chiese cristiane si sia soffermata molto su queste parole la cui gravità è indubbia. È difficile trovare in questi passi un legame con la tradizione biblica. Si tratta di una concordanza tra i Vangeli che non ammette dubbi circa l’esistenza di questo punto nella tradizione orale dei primi cristiani. Ma è anche difficile negare che si tratta di una concordanza forte con la religione di Zarathustra. Nella strofa introduttiva di un Gatha (brevi composizioni di carattere sacro nelle quali è raccolto il messaggio di Zarathustra) si trovano indicate sette attribuzioni di Ahuramazda, il Dio assoluto:
Con Spirito del Bene e Spirito Santo,
secondo Verità in parole e azione
ci dà Salute e Vita eterna,
il Saggio Signore, e Umiltà e Potenza.
Il concetto di Verità come essenza del sacro è in comune tra la religione di Cristo e quella di Zarathustra. E non può essere considerata una coincidenza fortuita che il culto della Verità sia alla radice del metodo scientifico, che ha creato la Scienza attuale. Quindi esistono indubbiamente molte analogie, almeno formali, tra il cristianesimo e le dottrine esca- tologiche della religione di Zarathustra, che è all’origine del messianesimo apocalittico iranico, secondo il quale nei successivi millenni co- smici, corrispondenti anche a precise età storiche, vengono scaglionati una serie di salvatori: Hoshetar, Hoshetarmah e Saoshyans.
In un tardo testo teologico dal titolo: “Le decisioni della Ragione celeste” (Datistan i Menoke khrat) - nella traduzione di A. Bausani, pubblicato in: Testi religiosi zoroastriani, Roma, 1957 - si afferma che ciascuno degli ultimi tre salvatori appare in capo ad ogni millennio, rimette sulla retta via le cose del mondo e uccide tutti i fedifraghi e gli idolatri che ci sono nel mondo. Ma soltanto a Saoshyans spetta la gloria di concludere la storia della confusione temporale e di restituire l’ordine infranto nella Ragione.
Inoltre i fedeli, che nella loro vita combattono contro i demoni per ricomporre l’ordine, si identificano in altrettanti Saoshyans, il cui prototipo resta il salvatore della fine dei tempi. Presso popoli per i quali vigeva il rito dell’offerta del bue sacrificale alle divinità, con seguito di banchetti orgiastici, Zarathustra introdusse in totale opposizione il culto del bue sacro come incarnazione del bene e della divinità. Zarathustra scinde nettamente il diritto dalla forza, il potere militare dello Stato, o del re, dalla giustizia e dalla Verità. Usa l’alfabeto aramaico con un linguaggio parlato, che ha legami con quello indiano antico. Non sappiamo molto della realtà storica di Zarathustra che secondo una delle possibili ipotesi storiche nacque nel 599-98 a.C. e morì nel 522-21. Per un breve periodo sembra che nella regione iranica si sia stabilito un governo teocratico grazie al Mago Gaumata, che nel 522 soppianta Cambise, successore di Ciro.
Ma la nobiltà si ribella e il governo teocratico viene rovesciato da Dario già l’anno dopo. Sembra anche che ci fosse in questa lotta un tentativo dei Medi di riprendere la supremazia tolta loro dai persiani. I Magi vengono uccisi in gran numero. Il fatto assume un significato storico di rilievo poiché nei secoli sarà commemorata la festa dell’uccisione dei Magi. La religione di Zarathustra venne poi assorbita dal potere politico, ma rimase viva nella sua forma autentica nella zona d’origine delle terre dei Medi. Come Platone per Socrate, come gli evangelisti per Cristo, così Giamasp è colui che divulga il pensiero di Zarathustra scrivendo o trascrivendo composizioni poetiche di difficile interpretazione, le Gatha. Il solo Dio del nuovo culto è Ahuramazda, il Dio assoluto. La Verità è il principio ordinatore del mondo. Dio opera per il bene attraverso lo “Spirito Santo”.
Dopo l’avvento del cristianesimo si sviluppa una letteratura sui Magi. Ci sono testi molto antichi, come un brevissimo scritto anonimo: “Opus imperfectum in Matthaeum”, che potrebbe risalire, in base ad un presunto originale greco, al 395. In questo testo si afferma che il presagio della stella era contenuto in un libro antichissimo attribuito a Seth, uno dei figli di Adamo.
Ma esiste un altro testo molto noto risalente al V secolo: il “Libro della Caverna dei Tesori”, libro che certamente è il rifacimento di un altro più antico. Qui i Magi, indicati come Caldei, appaiono nelle vesti di “re e figli di re”. Sono: Hormidz re di Persia, Jazdegerd re di Saba e Peroz re di Seba.
Osservando la stella cometa, apparsa già due anni prima della nascita del Messia, vedono in essa una Vergine che regge in seno un fan-ciullo incoronato. Allora essi scendono nella Caverna dei Tesori, posta nel monte Nud, in Oriente, dove erano custoditi i doni che Adamo ed Eva avevano potuto salvare dopo la cacciata dal Paradiso terrestre. Essi prendono i doni e li portano in Palestina al neonato Messia e quindi ritornano nei loro paesi percorrendo la via del deserto (quindi senza ripassare per Gerusalemme!). Questa leggenda si diffuse prima nel mondo mediterraneo, poi raggiunse l’Etiopia grazie ad una traduzione (Gadla Adam). Monneret de Villard trovò un testo pa- rallelo all’Opus Imperfectum in una cronaca del convento di Zuqnin, che termina nell’anno 775. Qui i Re Magi sono dodici, abitano nella regione di Syr: “la quale è fuori di tutto l’Oriente del mondo abitato, presso il grande mare Oceano, che è fuori del mondo, a Oriente della terra di Nud, dove abitava il grande Adamo.” Dai libri dei misteri di Seth, conservati nel paese di Syr, nella Caverna dei Tesori, essi hanno appreso dell’apparizione della stella e della nascita del Messia. Dal monte delle vittorie, su cui salgono, ricevono la rivelazione.
Molti elementi legano strettamente le leggende sui Magi con l’aspettativa di un Salvatore. Da un’altra leggenda attorno a Zarathustra si apprende che egli sarebbe tornato grazie ad un millenario strumento biologico. Il suo seme sarebbe stato conservato in un lago gelato ed ogni mille anni avrebbe fecondato una vergine che avrebbe quindi partorito un figlio di Zarathustra. Il terzo figlio, il vero Salvatore avrebbe fatto risorgere i morti, avrebbe vinto la Menzogna e la Violenza, sino alla battaglia finale dove tutti i demoni sarebbero stati sconfitti. Per certi aspetti il culto di Mithra, che ebbe larga diffusione a Roma, sembra identificarsi con quello dell’ultimo Salvatore. La parte escatologica di questo culto sembra testimoniata in un brano di Tertulliano che, parlando di Mithra dice: “imaginem resurrectionis inducit”. Altri testi greci e latini, datati entro due secoli prima di Cristo, pur non parlando esplicitamente di Mithra, attestano la credenza in un Salvatore solare diffusa dalla Persia sino all’Italia. Si tratta ad esempio dei Libri Sibillini, degli Oracoli di Figulino e di Istape.
La coincidenza della festività cristiana del Natale con la celebrazione del natale di Mithra, il 25 dicembre, certamente non è casuale. A Milano, nell’antica chiesa di S. Eustorgio, di fianco all’altare maggiore è conservata una grande arca di pietra, che sembra risalga al periodo tardo romano. La tradizione indica quell’arca come il luogo di sepoltura dei Re Magi, durante il periodo in cui le loro spoglie furono a Milano, dove erano state portate da Costantinopoli ad opera di Eustorgio, che sarà vescovo di Milano.
Il nascente potere militare del rinnovato Sacro Romano Impero di marca germanica, durante le guerre contro i Comuni lombardi, trasferì nel duomo di Colonia le spoglie dei Re, dove ancor oggi si trovano. Nel 1909, per i buoni uffici del Cardinal Ferrari, si è arrivati alla restituzione di alcuni frammenti tratti dalle reliquie, frammenti che sono tornati in S. Eustorgio. Ma la Scienza moderna, la vera erede del viaggio dei Magi in Palestina alla ricerca del re dei Giudei, è fuori dalle chiese e do- mina il mondo.
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