Anno 9 - N. 26/ 2010
La storia - il giardino medioevale - le collezioni museali
LA ROCCA D’ANGERA
La struttura difensiva si affaccia in tutta la sua bellezza sulle rive meridionali del Lago Maggiore
di Rosanna Veronesi - Foto Giovanna Dal Magro
IL GIARDINO DEI SEMPLICI
È affascinante visitare la Rocca d’Angera e, non solo per il tipico aspetto di struttura difensiva; in quanto, negli intenti dei Principi Borromeo, discendenti degli antichi proprietari, è stata avviata una grande trasformazione per rendere questo luogo “Interprete del Medioevo”, seguendo il concetto aristotelico in cui, dal piccolo al grande, tutto rappresenta, come microcosmo, la natura circostante e ciò che di bello l’uomo riesce a costruire e a conservare.
Partendo dal giardino Medioevale, costruito di recente, secondo gli schemi dei Codici Miniati originali e secondo l’uso e l’estetica del suo tempo e che ha trovato spazio ideale nella grande spianata che si affaccia verso il Lago.
LE DIVISIONI DEGLI SPAZI COLTIVATI
Riservato al castellano e raccolto all’interno delle mura su cui si arrampicano rosai e gelsomini, circondato da aranci e cedri, troviamo il “Giardino dei Principi” ossia il luogo riservato ai momenti di festa e di conversazione.
Il secondo giardino è quello denominato il “Verziere”, cinto da siepi, pruni e alberi da frutto, completato infine da rosai bianchi, disposti a ombreggiare la fontana centrale nella quale nuotano i pesci.
Il terzo porta il nome di “ Giardino delle erbe piccole” con aiuole di erbe minute, odorifere, medicinali, tintore e rallegrato da fiori annui di rara colorazione.
Autori di quest’opera, sotto l’egida della Principessa Bona Borromeo, un’equipe composta da Daniele Jalla (storico e museologo), Luisella Italia e Massimo Venegoni (architetti dello Studio Dedalo di Torino), Mauro Ambrosoli (esperto di storia dell’agricoltura), Lucia Impelluso (iconografa).
BREVE STORIA DELLA
ROCCA DI ANGERA
La struttura difensiva si affaccia in tutta la sua bellezza, sulle rive meridionali del Lago Maggiore (Verbano) conservando i segni dei secoli XII e XIII in cui venne costruita.
Contesa dai Torriani e dai Visconti subì diversi interventi e dal 1449 venne acquisita dai Borromeo che ancora la conservano.
Nel cortile sono esposti alcuni reperti di epoca Romana (la cui struttura difensiva risale a tale epoca) e da questo luogo si possono osservare: la torretta d’avvistamento, le mura costellate da merli Guelfi, il nuovo giardino Medioevale e la spettacolarità del Lago Maggiore.
Nel corpo centrale, di grande rilievo, la “sala della Giustizia” che conserva affreschi italiani del primo trecento presentando le fortunate imprese dell’arcivescovo Ottone Visconti.
Affreschi suggestivi che si contrappongono in un gioco descrittivo e geometrico, tra le nervature del soffitto a volta, nelle lunette sovrastanti le finestrature, con la descrizione dei segni zodiacali e lungo l’ampio perimetro delle pareti.
Il grande palazzo mette in luce un ininterrotto movimento di stanze, allestite con preziosi mobili di diverse epoche, caminetti svariati, luminosi lampadari ed altro.
In alcune stanze sono ospitati il Museo della Bambola e del Giocattolo e la Collezione di Maioliche di Gisèle Brault-Pesché.
IL MUSEO DELLA BAMBOLA E
DEL GIOCATTOLO
Allestito in tredici stanze, viene definito tra i più importanti del mondo e conserva oltre mille bambole provenienti da ogni luogo: dall’Europa, dall’Occidente e dall’Oriente.
Ogni sala è suddivisa per epoca e per materiale con le prime bambole costruite in cera e cartapesta, che risalgono al 1700. La collezione si arricchisce nel tempo con altri materiali nobili, tra cui la porcellana il lenci e successivamente in bakelite o quelle datate intorno al ‘900 con componenti plastici innovativi.
Le bacheche di raccolta sono avvalorate dai modellini di mobili d’epoca, con allestimenti suggestivi, come d’altro canto sono le stesse bambole, che mostrano espressioni facciali affascinanti ma talvolta intriganti; con passatempi per bambole e bambini e naturalmente una miriade di abiti confezionati per ogni foggia, occasione e stagione.
La raccolta è completata da automi perfettamente funzionanti francesi e tedeschi di rara e preziosa fattura.
LA COLLEZIONE DI MAIOLICHE
DI GISÈLE BRAULT - PESCHÈ
Sono trecento pezzi di rarissima fattura che la stessa Madame Gisèle, proprietaria del Petit Museè di Tours donò alla Principessa Bona Borromeo Arese, classificati, studiati, restaurati e ben conservati e, che, dal 31 ottobre scorso, arricchiscono la Sala della Mitologia nella Rocca di Angera.
Di provenienza francese, tedesca olandese, spagnola, italiana, persiana e cinese, descrivono l’evoluzione degli stili e delle principali manifatture.
Nel complesso una raffigurazione di paesaggi, stemmi araldici, dipinti di ogni genere, scene di animali e personaggi con curiosità popolari o raffinate ed esempi di alta maestria.
L’allestimento è firmato da Filippo Perego in collaborazione con Marco Tosa, curatore del Museo della Bambola e del Giocattolo.
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