Anno 5 - N. 13/ 2006
Gli arazzi di Cluny
La Dame à la Licorne
Nel Medioevo chi non credeva che esistesse l’Unicorno poteva essere preso per pazzo
di Rosanna Veronesi
Mon seul desir
IL TATTO (dettaglio)
La Dama con la mano sinistra accarezza il corno dell’Unicorno
Leggendo il libro scritto da Tracy Chevalier (The Lady and the Unicorn. Copy 2003 Neri Pozza Ed.) che si riferisce agli arazzi conservati al Musée de Cluny, sono stata rapita dal significato che gli stessi vogliono esprimere. La storia citata dalla scrittrice è solo opera di fantasia, ma quando il racconto tocca un’opera d’arte, il mio interesse si dilata a dismisura.
Non per questo l’articolo troverebbe la propria ragione d’ essere, ma in quanto, fortuitamente sono riuscita a recuperare dall’amico e collezionista di libri e carteggi Guido Ruzzier di Nizza, una raccolta di stampe a colori, rara e piuttosto antica, che mostra i citati arazzi; una vera chicca.
IL RECUPERO E LA COLLOCAZIONE
DEGLI ARAZZI
I sei arazzi detti “Della Dama dell’Unicorno” provengono dal Castello di Boussac, pubblicati nel 1847 sull’Illustration da Gorge Sand, come una tra le più interessanti tessiture francesi del XV Secolo, vennero in seguito acquistati dal Musée de Cluny (1882) che li fece restaurare per poi esporli in una grande sala rotonda, dove ancora oggi trovano miglior collocazione, dato le grandi dimensioni degli stessi; ciascuno infatti misura circa 3,5 x 3 m.
L’UNICORNO NELL’ARTE
Nel Medioevo chi non credeva che esistesse l’Unicorno poteva essere preso per pazzo; si affermava con certezza che in Oriente erano presenti moltissimi unicorni, ma ancor prima questo strano e magico animale venne citato in alcuni testi sacri, tra cui la Bibbia o il Phisiologus, bestiario greco del II Sec.d.C. che raccoglieva leggende e allegorie di stampo cristiano.
Il suo corpo è descritto in molti modi: talvolta è simile ad un asino selvatico, talvolta è piccolo e di colore bianco, può assomigliare ad un elegante cavallo, ad una capretta con barba, ma la caratteristica principale è determinata da quell’unico e lungo corno posto sopra la testa.
Lo ritroviamo affrescato sulle pareti, inserito nelle pavimentazioni a tozzetti marmorei (Duomo di Otranto), accovacciato in forma di capitello, riquadrato nelle vetrate legate a piombo o scolpito nel legno in arredi sacri
Nel XIII Secolo divenne assai popolare e la leggenda cominciò a ipotizzarne l’eventuale cattura. Ecco allora spuntare l’immagine di una vergine sul cui grembo l’animale avrebbe appoggiato il suo capo per farsi dolcemente catturare.
IL MISTERO INTORNO AGLI ARAZZI
Secondo la Chevalier l’Unicorno è l’ambiguo simbolo dell’amore e la dama che è rappresentata accanto ad esso, subisce la stimolazione di ciascun senso; gli arazzi sono dedicati appunto ai cinque sensi, più un sesto che porta il titolo “Mon Seul Désir”, il mio solo desiderio.
Malgrado tutte le congetture, i misteri che circondano queste composizioni sono ancora molti e la data della tessitura è approssimativa, inoltre non si conosce l’artista che ha disegnato i cartoni.
Sembra comunque che l’Unicorno degli arazzi di Cluny esalti il trionfo di una nobile immagine con l’esplicita rappresentazione dei suoi sensi. Da una prima leggenda romantica si credeva che trattasse la trama di un amore nato tra un giovane principe turco e una bellissima castellana. È comunque ovvio sottolineare che la bellezza, la singolarità di questi arazzi faccia parte di una delle più pregevoli opere d’arte applicata di Francia del XV e XVI Secolo. L’intreccio ordito in seta e lana, la disposizione delle figure che si fondono in campo blu, disseminato dalla folta vegetazione costellata di fiori e di animali, è l’unicità di questi sei arazzi. Tutte le scene sono esaltate da una sorta di isola nella quale ciascuna scena sprofonda per rimarcare la perfezione compositiva. La giovane ed elegante dama è accompagnata da due animali araldici: il leone e l’unicorno che reggono bandiere e pennoni blu/argento. Stemmi della famiglia altoborghese Le Viste originaria di Lione e proprietaria di diversi palazzi in Provenza e di altri numerosi in diverse località della Francia, e che diede i natali ad un membro dello Stato sotto il dominio di Carlo VIII o Luigi XIII e più recentemente ad un parlamentare parigino. La storia degli arazzi rimase incerta per molto tempo così come la datazione, soggetto ricorrente nella tessitura, anche se un esplicito riferimento lo avvicinava al romanzo del La Dame, le Lycorne e du Bon Chevalier del XIV Secolo.
Lo storico M: Kendrick al Congresso International d’Histoire de l’Art, (Parigi 1921) osservò per primo la relazione della composizione con i cinque sensi; mentre attribuì al sesto arazzo, Mon Seul Désir, la glorificazione della civetteria. Le bandiere e i pennoni rappresentati in armi fanno pensare che il committente Jean Le Viste li avrebbe donati alla figlia Claude Le Viste, mentre era designato a Arcy in veste di Signore des Aides et de Geneviève de Nanterre tra il 1509 e il 1513. Altra nota di rilievo è confermata dal senso che l’Unicorno detiene, quale simbolo della verginità (riferimento alla figlia di Le Viste). Infatti questa bestia fantastica non può mai essere catturata se non da una giovane, che attraendolo riesce a domarlo solo con carezze e facendogli appoggiare il capo sul suo grembo.
Mon seul desir
La Dama è posta al centro della scena. Il Leone e l’Unicorno aprono i lembi della tenda sulla quale è posta l’iscrizione “Mon Seul Désir”. La giovane cameriera offre alcune delizie contenute nel paniere.
La vista
La Dama seduta tiene nella mano destra uno specchio nel quale l’Unicorno specchiandosi si inginocchia e viene accarezzato con l’altra mano della Dama.
L’odorato
La Dama tiene tra le mani una ghirlanda di fiori, la cameriera offre un paniere ricolmo di fiori, mentre i due animali Araldici, sventolano le bandiere.
L’udito
La Dama suona un piccolo organo appoggiato su un alto tavolo ricoperto da un tappeto. Di fronte c’è una cameriera che aiuta a manovrare lo strumento, mentre il Leone e l’Unicorno ascoltano attenti.
Il gusto
La Dama prende un dolce offertole dalla giovane assistente, nell’altra mano regge un pappagallo che manifesta la sua golosità battendo le ali.
Il tatto
La Dama con la mano sinistra accarezza il corno dell’Unicorno, con la mano destra regge il pennone della bandiera in armi
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