Pellegrini in sella

Le Ippovie della fede tra natura, santi e cavalli





  Si è svolto a Roma il 14 dicembre 2005, a Valle Giulia, presso la prestigiosa sede dell’Accademia di Romania il Convegno “Le Ippovie della fede” organizzato dalla Società Italiana del Cavallo e dell’Ambiente Onlus (SICA Onlus)

Immagine a lato:

La conchiglia del pellegrino






di  Rodolfo Lorenzini


Il Convegno è stato organizzato per mettere in risalto due aspetti fondamentali del turismo equestre moderno. La ricerca di spiritualità in senso lato che gli amanti del cavallo coltivano in sella ai loro amici quadrupedi; e l’importanza di alcuni territori per lo sviluppo di questa forma di turismo spirituale che consente di coniugare amore per la natura, amore per il proprio cavallo, amore per i territori che si attraversano e per le loro valenze più profonde.

Inoltre il Convegno aveva lo scopo di “esplorare” quei territori che erano un po’ il fulcro del peregrinare antico e di constatarne in molti casi la assoluta integrità ambientale e modernità per questo tipo di approccio turistico. Requisito che non va sottovalutato dal punto di vista di una economia sostenibile dei territori stessi.

Proprio in relazione ai programmi che la SICA Onlus sta svolgendo nel 2006 i personaggi santi e le loro biografie che posti al centro dei lavori sono stati: San Benedetto patrono d’Europa, San Francesco patrono d’Italia, Santa Scolastica e Celestino V°.

La figura di San Benedetto nato a Norcia attorno alla metà del quinto secolo nella sua possente modernità è stata illustrata da Fabio Mancini, oblato benedettino secolare dell’Abbazia di Sant’Anselmo di Roma. San Benedetto la cui vita si potrebbe definire avventurosa e mistica, basata sulla piena applicazione delle virtù teologali (fede, speranza, carità), ha vissuto ed ha interpretato la sua opera a cavallo di quei territori che sono oggi parte del Parco dei Monti Simbruini e del Parco dei Monti Sibillini. La sua attività teologica e la sua regola sono, ancora oggi, alla base delle fondamenta della chiesa.


Il Polittico Stefaneschi, Giotto San Pietro in trono (pannello centrale) Inginocchiati in primo piano, a sinistra Cardinale Stefaneschi a destra Papa Celestino V Roma, Pinacoteca Vaticana




La figura di San Francesco, soprattutto nel suo legame con i territori che sono già divenuti ambito e motivo di attrazione turistica è stata illustrata da Diego di Paolo, direttore dell’APT di Rieti. Il “Cammino di Francesco”, iniziativa culturale, religiosa e territoriale attivata nei luoghi francescani del reatino sta acquisendo infatti una importante valenza turistica territoriale.

Importanti anche gli interventi relativi a due personaggi che proprio oggi stanno attivando l’interesse di storici e sociologi proprio per il significato della loro vita. Santa Scolastica, sorella gemella di San Benedetto, la cui biografia è stata appassionatamente tratteggiata dalla prof.ssa Rita Contucci che la ha definita una femminista “ ante literam”.

E Celestino V il papa del gran rifiuto, monaco e pontefice, fondatore dei Celestini, morto in prigione nel castello di Fumone. Proprio Fabio Longhi De Polis, discendente della famiglia che già era proprietaria del castello di Fumone quando vi fu imprigionato Celestino V, ha presentato la vita, l’opera ed i miracoli di questo grande personaggio della chiesa che fu fatto santo già pochi anni dopo la morte.

Celestino V, al secolo Pietro da Morrone, visse come eremita gran parte della sua vita sulle impervie balze della Majella, in luoghi sempre più inaccessibili per sfuggire alla moltitudine che, già in vita, si rivolgeva a lui per chiedere grazia, assistenza, aiuto.





La riflessione sulla spiritualità dei luoghi ed il rapporto emozionale che vivono i cavalieri che vi si recano, sono stati alla base di un lungo ed approfondito dibattito che ha entusiasmato anche il folto pubblico che é intervenuto al Convegno.

Per la SICA Onlus uno stimolo ad andare avanti. Ed a programmare non solo viaggi a cavallo nei territori dei tre Parchi Nazionali (Sibillini, Gran Sasso e Monti della Laga, Majella) dell’Italia Centrale in cui la SICA Onlus è impegnata nel 2006 a sviluppare una importante Ippovia di collegamento. Ma a lanciare, forse per la prima volta nei tempi moderni, veri e propri pellegrinaggi sulle orme di questi personaggi straordinari in vita che tanto contribuiscono ancora oggi a tenere vivo in ognuno di noi il rapporto con la propria spiritualità.

La S.I.C.A. Onlus è impegnata da vari anni nel recupero di una viabilità che si potrebbe definire storica o antica o tradizionale. Storica ovviamente per le radici profonde che la legano agli eventi, ai commerci, ai movimenti che sono stati fondamentali nel trascorrere dei secoli e che hanno acquisito anche un posto nella memoria collettiva.Tradizionale forse è più riferibile ai valori intrinseci che legano il rapporto tra territorio ed individuo. Tant’è che da vengono intese due definizioni per sentiero. Sentiero e viabilità come filo conduttore per leggere la storia dello sviluppo e del territorio. Sentiero come luogo in cui uomini ed animali hanno condiviso storia, emozioni, sensazioni, avventure

Il 14 dicembre inoltre sono emersi altri aspetti peculiari della attività della Associazione. Che sino ad oggi la S.I.C.A. Onlus ha lavorato su circa 3200 km di sentiero. Che di questi, circa 1500 km sono nel Lazio e la parte più importante è costituita da “Ippovie e Parchi del Lazio”.